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Diario di esserre: marzo 2007

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{ lunedì 12 marzo 2007 }

flemma

Ho 36 anni e da diverso tempo conduco la vita in maniera flemmatica, da me non scaturisce energia qualunque, passo il tempo con un'esperssione neutra di triste rammarico stampati sul volto. Non vedo il mondo, il volto passionale delle persone e il mio sguardo tende, inesorabilmente e abituariamente, a guardare in basso, alla terra in fondo all'abbisso e insieme alle spalle, come se il peso della luce del cielo che nascondono passioni infinite mi dicessero che non sono all'altezza di affrontare la vita ma mi rendo conto che sono solamente io che mi convinco di questo.
Mio padre a lavorato tutta la vita e il lavoro a condotto la sua vita escludendo tutto quello che riguarda il semtimento e l'energia vitale e sicuramente ho ripreso molto da lui. Odio questo suo lato ma sono come lui ho paura di diventare come lui ma allo stesso tempo non prendo strade alternative per evitare di percorrere il suo stesso sentiero. Mia madre sprigiona vitalità, passione e amore sempre. Io pongo un muro di fronte alla mia famiglia, loro non possono varcarlo perchè non permetto loro di trovare l'entrata anche se il muro, e ne sono consapevole, è pieno di crepe. Molte volte penso che voglio agire diversamente nei loro confronti e d'altronde che male mi hanno fatto? Io sono del loro sague, facciamo parte della stessa storia e provengo dalle stesse generazioni e quindi perchè fuggo da loro, perchè non me li faccio partecipi?
C'è l'ho con il mondo che non è stato giusto con me e adesso incosapevolmente stò vendicando con il mio modo di essere invisibile.... Che pazzia più cerco di evitare di sviare più i miei mi cercano e incosciamente sapendo questo io li reietto mettendoli, sopratutto i miei genitori, in disparte.
Una volta ero entusiasta, curioso e con un'emmensa voglia di scoprire il mondo pieno di avventura ma ecco che si cresce, si conoscono le prime delusioni, le sconfitte e i dolori e allora si comincia a costruire il proprio muro per proteggere quello che veramente sei. Ma io muoio dalla voglia di essere quello che sono, il vero me.
Come nel dicembre del 2000, scrissi ”per poter conoscere a fondo se stessi bisogna toccare l'anima anche se questo gesto ti brucia le mani”. Il fatto è che ho paura di bruciarmi e questo mi impedirà sempre di trovare me stesso. Tutti sappiamo che dobbiamo fare il passo, la svolta, la decisione.

esserre - 10:33 - 0 commenti - commentainizio

casermoni

Il cielo si stà scurando. Pioverà. Ma questo non mi dovrebbe toccare, perchè mi trovo dentro un ufficio protetto da tetto e mura e non sento ne caldo ne freddo ne vento ne raggi solari o pioggia quindi bene così no? Nell'agio occidendentale viviamo dentro casermoni che pensiamo ci proteggono dall'infido mondo esterno. Nei nostri casermoni viaviamo una vera illusione che è la nostra vita. Se si esce dall'uscio del casermone finisce l'agio ci si confronta con gli altri essere umani con il freddo e con il caldo, con la passione, il dolore, la gioia, l'amore, l'amrezza, l'odio, la rabbia e l'eneriga. No no questo no, è molto meglio il casermone che ci fa sentire a nostro agio. Vero? E così le genenrazioni vanno avanti, il figli si sposano e trovano il loro casermone personale e la storia si ripete. Ormai sono in pochi nel mondo occidentale che si confrontano con il mondo esterno.
Gennaio 2007

esserre - 10:22 - 0 commenti - commentainizio

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