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{ venerdì 16 ottobre 2009 }

L A I L A (continuazione)

visto che lei era impegnata nella guida. Cercai nella borsa l'accendino che doveva pur esserci da qualche parte, lo trovai finalmente, e appoggiai la sigaretta in quelle sue sue labbra morbide da baciare ma senza l'ombra di un rossetto, quel giorno era completamente senza trucco, acqua e sapone e forse fu meglio per me perche non avrei potuto resisterle se fosse stata truccata magari come una vamp o una prostituta o un'attrice di film porno. Immaginai per un attimo come potesse essere bella ed attrante se fosse stata truccata e fui colto da un altro ennesimo brivido di eccitazione, fortunatamente, questa volta di breve durata. Con le mani tremanti portai l'accendino vicino alle sue labbra e lei accese la sigaretta spostando leggermente la faccia in avanti e sorridendomi con un sorriso complice, come chi prometteva al più presto una ricompensa, riprese quindi a guardare la strada. Avrei voluto chiederle il motivo per il quale in quel giorno non fosse truccata e se amava farlo di solito ma poi un altro pensiero mi convinse a stare zitto, non capivo neanch'io il perchè.
Arrivammo finalmente a destinazione, avevamo impiegato circa una ventina di minuti. Abitava nella parte sud della città, nella zona di San Filippo dove vi sono gli impianti sportivi e lo stadio da poco costruito del Messina calcio.
Era un complesso con una serie di case poste a schiera con un ampio posteggio numerato per lasciare le auto ciascuna nel posto assegnato. Entrò con la macchina nello spazio a lei consentito e scese per prima dalla vettura, prese la borsa e chiuse a chiave lo sportello di guida. Io rimasi come paralizzato ad osservare il complesso di case, i posti auto, l'ambiente circostante, una strana sensazione di confusione mi si stava affacciando nella mente, troppo provata dai rapidi cambiamenti di quel giorno e quindi non più tanto lucida.
"Sveglia "---mi disse scuotendomi da quell'inaspettato torpore e mi fece cenno di scendere dall'auto, chiuse a chiave anche l'altro sportello e si incamminò senza troppa fretta verso casa, io come un automa o meglio ancora come un barboncino fedele, la seguivo poco distante da lei. Laila appariva calma, serena, per nulla turbata da quel che poteva avvenire tra di noi nell'intimità di casa sua e a tutte le possibili incontrollabili conseguenze che sarebbero potute derivarne, vista soprattutto la mia giovanissima età. Era come se ormai avesse la certezza di tenere tutto sotto controllo e mi avesse tranquillamente in pugno, del resto era la verità, qualunque cosa avesse voluto da me, l'avrebbe ottenuta con estrema facilità, io gliel'avrei concessa, docilmente e senza condizione alcuna; era un divertimento anche per me, non solo per lei, non v'era l'ombra del sacrificio, eravamo responsabili e complici allo stesso livello malgrado una fosse maggiorenne e l'altro minorenne, ero ragazzino lo so, ma non ero affatto stupido nè handicappato ed anche se non l'avevo mai fatto e probabilmente non sapevo neanche come si facesse, sapevo benissimo quello che sarebbe potuto accadere e a cosa sarei eventualmente andato incontro. Fino ad allora l'avevo visto fare solo nei film hard ma una cosa è vederlo, un'altra è essere tu il protagonista assoluto, provare direttamente sulla tua pelle e con una donna a fianco quelle emozioni. Non solo, ma non avevo mai visto fino a quel giorno una donna vera nuda, neanche col binocolo.
In quel momento sentivo che era giusto quello che stavo per fare perchè nel mio cuore credevo d'amarla davvero e quindi mi sembrava un rapporto vero d'amore e non solo una relazione di sesso occasionale. Questa convinzione non mi faceva vedere nulla di sporco in tutto ciò ma anzi mi sembrava del tutto legittimo e naturale farlo con la perona che amavo. Oggi sono fermamente convinto che anche quando tra due individui ci sia apparentemente un rapporto di solo sesso, credo che esista sempre all'interno di esso, in profondità, un meccanismo, un'affinità, una sintonia mentale, un'attrazione reciproca che a mio giudizio non può prescindere dall'amore vero e proprio e che è necessariamente riconducibile ad esso, varia soltanto la forma d'espressione e l'intensità di questo sentimento. Spesso non si ha il coraggio di ammetterlo neanche a se stessi perchè è molto più comodo reprimerlo in nome di una libertà che in realtà non esiste affatto ma è solo illusoria.
Erano, quelle case che stavo osservando, tutte dello stesso colore, di uguale forma e della stessa altezza, tre piani, fra l'altro Messina è un città ad alto rischio sismico per cui la legge impone categoricamente di non superare i sei piani d'altezza. Penso comunque che all'interno di esse, quelle abitazioni si diversificassero fra loro per il numero di stanze. Laila, mi informò che abitava al secondo piano e che avremmo risparmiato le scale prendendo l'ascensore che trovammo già pronto per noi, come fosse nostro complice e non volesse farci perdere del tempo prezioso.
Entrammo in esso e in quei secondi che passammo lì dentro, io mi convincevo sempre di più di amarla. L'amore che credevo di sentire per Laila in quel momento e dentro quell'ascensore, era per me molto più importante di un possibile rapporto sessuale fine a se stesso, io quella ragazza ero desideroso di sposarla quando sarei diventato maggiorenne.
Arrivammo al secondo piano, mi spiegò che la casa era in affitto e che il cognome che vedevo nella targhetta della porta non era il suo ma della padrona di casa. Sapevo che si era lasciata da poco col suo fidanzato e che non l'amava più, l'averlo sentito direttamente dalla sua bocca quando eravamo seduti in quella villa, mi ha reso felice, non avevo più nessun rivale in amore, niente sofferenze per gelosia, lei poteva essere mia e soltanto mia. Avrei voluto chiederle informazioni circa la sua famiglia, se avesse ancora un padre o una madre o li avesse persi entrambi, se avesse fratelli o sorelle o fosse figlia unica, se lavorasse ed eventualmente dove ed altre notizie di questo genere ma preferii tacere per non sembrare invadente, comportandomi nell'identico modo di come avevo agito in macchina e cioè non chiedendole se amasse truccarsi. Mi bastava sapere che era una donna libera, senza figli e senza essere sposata e per di più con una casa tutta sua, sia pure in affitto, tutto l'opposto rispetto a me che vivevo ancora alle dipendenze dei miei genitori, sotto il loro tetto e che dovevo rientrare a casa ad un certa ora pena severe punizioni fatte a fin di bene, si fa per dire.
A prima vista, aprendo la porta, la casa appariva piccola ma ben tenuta, pulita, curata, ordinata, persino profumata, sembrava un vero gioiellino, si notava subito la mano esperta di una donna, l'ideale alcova d'amore per due piccioncini, io e lei in questo caso.
Si recò in cucina, io dietro come la sua ombra, il suo fantasma assecondandola in tutto ciò che faceva, la fiducia verso lei aveva raggiunto punte altissime, mi fidavo ormai ciecamente, la conoscevo solo da qualche ora ma mi sembrava di conoscerla da sempre. La consideravo ormai un'amica vera, una ragazza assolutamente normale, non scorgevo più nessun mistero nella sua personalità, nessuna forma di timore verso di lei, soltanto quel suo nome Laila, lo reputavo ancora alquanto curioso e particolare come quando me lo disse nella villa; ma di nomi strani, specie stranieri, ve ne erano in giro a dosi elevate quindi il suo non mi sorprendeva poi così tanto, e poi una persona originale come lei era giusto che portasse un nome non comune, mi convinsi di questo.
Laila aprì il frigo, prese una bottiglia d'acqua gelata, la versò in un bicchiere e la bevve tutta d'un fiato, evidentemente doveva avere un gran sete malgrado non ci fosse un caldo insopportabile ma forse era un altro tipo di sete la sua, chissà! Avrei voluto sconsigliarle di bere acqua gelata perchè avrebbe potuto farle male allo stomaco, io stesso non bevevo mai acqua dal frigo, ma ancora una volta preferii

claudiocisco - 06:37

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