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poesie

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IL PRIMO BACIO

Ricordi, amore mio,
il nostro primo bacio,
quello che ci demmo
proprio in riva al mare,
dopo che finalmente
in noi venne a cessare
quel nostro iniziale
pavido imbarazzo?

Era un cupo giorno
e il regno di Poseidone
in modo insolito
si mostrava agitato;
sferzava coi suoi marosi
l'aspra costa rocciosa,
seppellendola interamente
sotto una coltre di spuma.

Come se io fossi l'onda
e tu la nuda roccia,
mi spinse l'impulso
a prenderti tra le braccia;
solo che non fu la schiuma
ma la calda mia passione
a inondarti interamente
con il suo acceso ardore.

Neppure avemmo il tempo
di rendercene conto
che già le nostre labbra
si erano congiunte;
se prima si erano cercate
senza indugio alcuno,
badarono dopo a fondersi
in preda al desiderio.

Tra l'ebbrezza dei sensi
e il gaudio dello spirito,
si andò così consumando
quel nostro intimo bacio:
l'estasi e la dolcezza
di quel magico momento
ci esaltavano il corpo
e ci sublimavano l'anima.

Quando poi venne a svanire
quel mirabile incantesimo
che saturo era stato
d'indicibili effusioni,
avvertimmo che in noi
qualcosa era cambiato
e ci faceva desiderare
molto più di prima.

In entrambi era nato
un improvviso amore
che già faceva bruciare
i nostri due cuori,
facendo loro assaggiare
le gustose primizie
di quella ghiotta raccolta
avuta in dono dal destino!

Luigi Orabona - tratto da http://www.luigiorabona.com/Sullealidellamore/49A

segnalata da Bruno di Bari sabato 19 agosto 2017

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Inno alla donna

A te m'inchino,
dolce e amabile creatura,
a te che del creato
rappresenti la forza prima
e il motore propulsore della vita!

Non fosti tu,
agli albori dell'umanità,
ad avere origine dall'uomo,
ma fu lui a derivare da te;
ecco perché nei millenni
ha egli sempre avvertito
l'esigenza di ritornare
da dove era provenuto
per compenetrarsi con te
e deliziarsi del tuo corpo;
soprattutto per dar vita gioiosa,
nel tuo grembo fecondo,
a nuovi umani germogli.

Da te quindi nacque,
come pure prolificò numerosa,
l'antropica specie;
da te originarono i principi
che l'attivarono e l'avviarono
verso i suoi ignoti destini,
i quali nei lunghi secoli
non hanno mai smesso di stupirci
e si sono sempre dimostrati
tanto inimmaginabili
quanto elettrizzanti e arcani.

A te, enigmatico essere,
i sovrani affidarono le sorti
dei loro prosperi regni;
ma parimenti essi fecero,
quando l’avverso destino
traballanti li rese.

Alla stessa stregua,
fosti tu sempre trattata
anche da eroi e condottieri
che a te consacrarono orgogliosi
i primi le loro gesta
e le loro vittorie i secondi,
dopo che nel tuo nome
con temerità incredibile
le ebbero compiute gli uni
e conseguite gli altri
tra grandissime ovazioni.

Le indubbie tue doti, a ogni modo,
quelle che davvero ti fecero onore,
donna mirabile e seducente,
furono la grazia e la leggiadria:
una volta a esse paragonate,
si videro sminuire il loro prestigio
perfino le bellezze più rinomate
dell’incomparabile universo.

Anzi, fin dal loro primo esistere,
tali tue doti lusinghevoli
si diedero a ispirare cantori e poeti;
perciò essi vollero giustamente
decantarle con inni e carmi di pregio
che sarebbero dovuti poi restare
gloriosi e imperituri nel tempo!

Luigi Orabona - tratto da http://www.luigiorabona.com/Sullealidellamore/143A

segnalata da Bruno di Bari sabato 19 agosto 2017

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In riva alla sera

Ho incontrato un uomo
in riva alla sera.
Mendicava il tramonto
in fila con i suoi tormenti,
probabilmente in pena
o semplicemente stanco
di assomigliare.
Curvo dinanzi al passato,
attento a non farsi sentire
masticava l’amaro del tempo
stonando una vecchia canzone.
Ad un tratto, un bimbo
giunto lì per caso
gli donò una manciata di sabbia.
L’uomo lo ringraziò con una promessa
e tornò a farsi cercare.
Seppi poi dalle solite voci
che fu visto piangere
in compagnia della notte.
Lo ritrovarono abbracciato al mare
appena i venti cessarono
di spargere tra i ricordi
polline di dolore.

poesia vincitrice della VII edizione del Premio Nazionale " La Rosa d'Oro" - 2° Memorial del Maestro Antonino Pietretti

michele gentile

segnalata da Sara mercoledì 9 agosto 2017

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ESTATE BRUCIANTE

il leone estivo ruggisce, freme, ribolle,
con la sua grande luce che sembra infinita,
il canto interminabile di grilli e cicale, stordisce

nel caldo che brucia la pelle, voglia di fare niente
solo di sorridere, chiacchierare, mangiare un gelato
e la sera aspettare l'arrivo della notte, per guardare le stelle

in questa estate, bollente, rovente, infuocata
bruciante, scottante, ardente, cocente, arroventata
un estate da ricordare.

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA sabato 5 agosto 2017

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pensiero poetico

nel silenzio di un estate calda
tra monti e boschi, ascolto il vento del sud
emozioni senza parole, solo di sguardo incantato

la poesia va oltre ogni orizzonte, veste lo spirito
di bellezza invisibile, i colori diventano vivaci
musica armoniosa circonda il cuore,

l'estasi esce dal profondo e libera, vola
osservando l'eternità in ogni piccola pulsazione
perchè la poesia è fatta di piccole cose

di silenzio, emozioni intense, scintillio di lacrime,
di un cielo che sussurra, nel tacito tramonto rossastro
consapevoli che, ogni istante del giorno che passa

non tornerà mai piu.

daniela cesta

segnalata da DANIELA CESTA martedì 25 luglio 2017

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