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Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l'oggi sembri insopportabilmente brutto,
la vita va sempre avanti e il domani sarà migliore.
Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose:
una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l'intrico delle luci dell'albero di Natale.
Ho imparato, a proposito della relazione con i propri genitori,
che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.
ho imparato che semplicemente sopravvivere, è diverso da vivere.
ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.
Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani:
si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.
Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta
ho imparato che anche quando non sto bene, non devo stare da sola.
ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.
le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.
ho imparato che ho ancora molto da imparare.
Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto,
ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire."e ognuno intorno a te piange.

segnalata da marines giovedì 21 ottobre 2010

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La simbologia e tutto ciò che vuol essere l'araba fenice potrebbe tranquillamente rappresentare noi donne, mamme,mogli, single, bimbe, adolescenti qualunque sia la condizione. Siamo attraversate da immani tragedie, ma per fortuna riusciamo sempre a venirne fuori. Quello dell'araba fenice è un termine di paragone che mi appartiene, presuppone un dolore, ma contempla anche una continua resurrezione

segnalata da marines giovedì 21 ottobre 2010

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...L'araba fenice, infatti nessuno l'ha mai incontrata e l'ha mai trovata...Appartiene a leggenda mitologica che voglio accostare impropriamente al bel commento che hai lasciato nel mio blog quest'oggi...
Si, ci vorrebbero tante e tante arabe fenici su cui poggiare e confidare per la ricerca di un mondo migliore di quello che stiamo vivendo oggigiorno...e lo si riscontra con forte amarezza...

segnalata da marines giovedì 21 ottobre 2010

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l'araba fenice
muore e rinasce dalle sue ceneri ogni volta
che il male bussa alla porta
E' l'uccello Sacro del fuoco e secondo la tradizione è originario dell'Arabia
Vive più di cinquecento anni e quando si accorge di stare per morire prepara una pira funeraria
con dei rami di erbe aromatiche fra cui la Mirra e al tramonto, rivolta verso il sole calante con le ali aperte,
da' fuoco alla pira, lasciandosi consumare dalle fiamme.
Nove giorni dopo l'uccello risorge dalle sue stesse ceneri.
Il fuoco è un simbolo molto ambiguo...
Può significare calore, vita... o sviluppo,
evoluzione... o male,
dolore e sofferenza... o amore, piacere...
Di lei Ovidio disse:

«... si ciba non di frutta o di fiori, ma di incenso e resine odorose.
Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una quercia si costruisce un nido
sulla sommità di una palma, ci ammonticchia cannella, spigonardo e mirra,
e ci s'abbandona sopra, morendo, esalando il suo ultimo respiro fra gli aromi.
Dal corpo del genitore esce una giovane Fenice,
destinata a vivere tanto a lungo quanto il suo predecessore.
Una volta cresciuta e divenuta abbastanza forte, solleva dall'albero il nido
(la sua propria culla, ed il sepolcro del genitore),
e lo porta alla città di Heliopolis in Egitto,
dove lo deposita nel tempio del Sole.»
L' Araba Fenice nutrendosi di Perle d' Incenso viveva per 500 anni
per poi ardere sul rogo e quindi rinascere dalle sue stesse ceneri più Pura e più Bella.
Cosa rara e quasi impossibile a trovarsi
la Fenice divenne per gli scrittori cristiani il Simbolo della Resurrezione
così come nel linguaggio popolare un qualcosa
di tanto straordinario da sembrare inverosimile,
una specie di PORTAFORTUNA per le persone buone,
un qualcosa di magico, senza età e senza tempo.

segnalata da marines giovedì 21 ottobre 2010

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Lacrime di poesia
L'abitudine è la piu infame delle malattie perchè ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L'abitudine è il piu spietato dei veleni perchè entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla adosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste piu medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci - tratto da un uomo

segnalata da marines giovedì 21 ottobre 2010

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