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Tutte le frasi dell'autore Luigi Orabona

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categoria: Poesie

Io in te, tu in me

Io in te, tu in me,
entrambi in un abbraccio
totale e infinito,
senza l'assillo del tempo;
prevaricatori impenitenti
di morali convenzionali,
ma soprattutto affossatori
di falsi pregiudizi,
quelli che vorrebbero
ridurre l'essere umano
in un arido depositario
di formalismi bigotti.

Io in te, tu in me,
fusi in un amplesso
che ripudia ogni confine
spaziale e temporale;
ma dedito a compenetrarsi
con la cosmica armonia
per far vivere all'amore
l'assoluta sublimazione
e per farlo pervenire
all'apoteosi più decantata,
in modo da poterlo gustare
nella sua essenza universale.

Io in te, tu in me,
incalzati da un'eccitazione
profonda e sovrumana,
incandescente e bizzarra;
ma intimamente protesi
verso l'anarchia dei sensi
e lo strapazzo della pudicizia,
con l’intento di raggiungere
il godimento più sfrenato,
in una girandola senza fine
di sensualità proibita
e di piacere delirante!

Luigi Orabona - tratto da http://www.luigiorabona.com/Sullealidellamore/81A.

segnalata da Bruno di Bari sabato 19 agosto 2017

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categoria: Poesie

IL PRIMO BACIO

Ricordi, amore mio,
il nostro primo bacio,
quello che ci demmo
proprio in riva al mare,
dopo che finalmente
in noi venne a cessare
quel nostro iniziale
pavido imbarazzo?

Era un cupo giorno
e il regno di Poseidone
in modo insolito
si mostrava agitato;
sferzava coi suoi marosi
l'aspra costa rocciosa,
seppellendola interamente
sotto una coltre di spuma.

Come se io fossi l'onda
e tu la nuda roccia,
mi spinse l'impulso
a prenderti tra le braccia;
solo che non fu la schiuma
ma la calda mia passione
a inondarti interamente
con il suo acceso ardore.

Neppure avemmo il tempo
di rendercene conto
che già le nostre labbra
si erano congiunte;
se prima si erano cercate
senza indugio alcuno,
badarono dopo a fondersi
in preda al desiderio.

Tra l'ebbrezza dei sensi
e il gaudio dello spirito,
si andò così consumando
quel nostro intimo bacio:
l'estasi e la dolcezza
di quel magico momento
ci esaltavano il corpo
e ci sublimavano l'anima.

Quando poi venne a svanire
quel mirabile incantesimo
che saturo era stato
d'indicibili effusioni,
avvertimmo che in noi
qualcosa era cambiato
e ci faceva desiderare
molto più di prima.

In entrambi era nato
un improvviso amore
che già faceva bruciare
i nostri due cuori,
facendo loro assaggiare
le gustose primizie
di quella ghiotta raccolta
avuta in dono dal destino!

Luigi Orabona - tratto da http://www.luigiorabona.com/Sullealidellamore/49A

segnalata da Bruno di Bari sabato 19 agosto 2017

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categoria: Poesie

Inno alla donna

A te m'inchino,
dolce e amabile creatura,
a te che del creato
rappresenti la forza prima
e il motore propulsore della vita!

Non fosti tu,
agli albori dell'umanità,
ad avere origine dall'uomo,
ma fu lui a derivare da te;
ecco perché nei millenni
ha egli sempre avvertito
l'esigenza di ritornare
da dove era provenuto
per compenetrarsi con te
e deliziarsi del tuo corpo;
soprattutto per dar vita gioiosa,
nel tuo grembo fecondo,
a nuovi umani germogli.

Da te quindi nacque,
come pure prolificò numerosa,
l'antropica specie;
da te originarono i principi
che l'attivarono e l'avviarono
verso i suoi ignoti destini,
i quali nei lunghi secoli
non hanno mai smesso di stupirci
e si sono sempre dimostrati
tanto inimmaginabili
quanto elettrizzanti e arcani.

A te, enigmatico essere,
i sovrani affidarono le sorti
dei loro prosperi regni;
ma parimenti essi fecero,
quando l’avverso destino
traballanti li rese.

Alla stessa stregua,
fosti tu sempre trattata
anche da eroi e condottieri
che a te consacrarono orgogliosi
i primi le loro gesta
e le loro vittorie i secondi,
dopo che nel tuo nome
con temerità incredibile
le ebbero compiute gli uni
e conseguite gli altri
tra grandissime ovazioni.

Le indubbie tue doti, a ogni modo,
quelle che davvero ti fecero onore,
donna mirabile e seducente,
furono la grazia e la leggiadria:
una volta a esse paragonate,
si videro sminuire il loro prestigio
perfino le bellezze più rinomate
dell’incomparabile universo.

Anzi, fin dal loro primo esistere,
tali tue doti lusinghevoli
si diedero a ispirare cantori e poeti;
perciò essi vollero giustamente
decantarle con inni e carmi di pregio
che sarebbero dovuti poi restare
gloriosi e imperituri nel tempo!

Luigi Orabona - tratto da http://www.luigiorabona.com/Sullealidellamore/143A

segnalata da Bruno di Bari sabato 19 agosto 2017



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