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stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

soldato

Io sono un soldato.
Combatto per la patria.
Mi alzo quando il sole si è appena levato.
Mi vesto odiando i ricchi.
Loro ci odiano ma ci usano.
Mi sento nella mia tenda al sicuro.
Esco e la luce mi abbaglia.
I miei occhi erano abituati allo scuro.
Prendo le mie pesanti armi.
Con l’elmo copro i miei occhi azzurri.
Con l’armatura proteggo la mia ruvida pelle.
Sotto le urla dei miei ufficiali mi muovo.
Loro stanno sulle loro comode selle.
Il sudore mi riga il viso.
Mi preparo alla battaglia.
Tengo alto il mio scudo e bassa la mia spada.
I tamburi suonano incitandoci.
Il mio vicino trema.
Molti hanno paura.
Altri sono eccitati.
Vedo la gioventù.
Molta sarà falciata al primo scontro.
Rimpiango la pace.
Penso alle lacrime delle madri.
Ma stringo forte la mia arma.
Con foga corro.
Urlo con furia.
Con il crocefisso al collo uccido.
In mezzo alla polvere mi ergo.
Il sangue copre la mia lama.
Solitario mi distinguo dalla massa.
Ferito cado.
Ferito ritorno al campo.
Ferito perdo la vista.
Ferito piango la mia gioventù.
Ferito resto solo.
Ferito muoio senza poter rivedere la luce di un campo d’estate.
Solitario infine rimango nella mia cassa.

rox88

segnalata da andrea rossi venerdì 5 ottobre 2007

stelline voti: 7; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

“Io fui ciò che tu sei e tu sarai ciò che io sono!
Io risiedo in cimiteri solitari,
in sepolcri pieni d'ossa e senza suono.
Il tuo cuore adesso attraversa un tunnel d’oblio:
come naufragando in una tempesta tuonante,
come annegando in un mare senza limiti,
come cadendo dalla pelle all'anima.
Vi sono cadaveri nella fredda terra,
v'è la morte ove risiede il silenzio,
quindi non rimanere muto
urla, piangi e disperati
scrivi la storia con il tuo sangue.
La fine è simile all’apatia,
la morte invece a un suono puro,
a un latrato senza cane,
che forse viene da campane.
Essa cresce fradicia nelle tombe,
come un viso rigato dal pianto
come la terra bagnata dalla pioggia.
Io da solo vedo bare
a vela salpare
con pallidi defunti, con donne dai capelli morti,
con giovani pensose sposate con grassi notai.
Esse sono navi luride risalenti il verticale fiume dei morti,
trasportati inesorabilmente dalla livida corrente,
sempre più addentro nell’Ade.

rox88

segnalata da andrea rossi venerdì 5 ottobre 2007



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