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Sono presenti 96 poesie. Pagina 5 di 5: dalla 81a posizione alla 96a.
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categoria: poesie
Emozioni di racconti d'Affrica
Questo tempo andato:
fuggo dalle pietre del mare.
Alessandra mi racconta della sua Etiopia
Africa degradata che va e viene.
...trekking fra le montagne della
Crumiria,
far boscaglia e frasche,
l'Algeria viene giù nel vallone.
Ci accoglie la povera vecchia nella sua
casa di campagna...
di ritorno negli anni,
il forno di peitra,
la capanna che ci protegge dal solleone
Affrica,
le sedie di legno e rafia,
cibo di queste terre assolate
parliamo in francese
chiediamo delle loro storie,
di vite,
delle famiglie e delle vie
di uomini poveri
Ci separono i sogni e
la Kalura
del giorno, voglio andare o restare
nei mercati tunisini,
fra le case sotterrate di Bulla Regia
e il piccolo uomo col calpellaccio
che ci porta fra le sue rovine.
Fra le mura spicca un pene,
antico casino imperiale
mes amours.
La vita è sogno,
che accoglie le pietre di questa terra
e il calore della sua stagione,
il sorriso e il sospiro
di questi affanni.
Tabarka,2005
segnalata da vitolucianoravi giovedì 26 febbraio 2009
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categoria: poesie
sul sentiero delle querce
il respiro dei giganti rugosi, arrivano fino a me,
sussurri da lontano, mormorano il mio nome,
chiamano, invocano, il mio spirito che dorme,
le querce sussurrano il mio nome,
sorridono, cantano, melodiose sinfonie di foresta
sul sentiero vivo e verde, dalla primavera
è tutto una immensa sinfonia magica,
i fiori ondeggiano, con la loro corolla,
i rami rinverditi, frusciano come impazziti
il vento scivola sul sentiero, come un grande maestro
gnomi, folletti, elfi, saltano e cantano a squarciagola
tra l'erba alta, con le rane accanto al ruscello
i riganti rugosi, gonfiano il loro tronco
mandano il loro alito di vita,
raggiungono la mia finestra
e io tra le lacrime, non ancora guarita,
sento il mio spirito che scalpita,
il mio nome trasportato dal vento
il sentiero delle querce è in festa
aspetta me, ha bisogno dei miei piedi
che calpestano la morbida terra,
il sentiero ha bisogno delle mie mani
che accarezzano tronchi, rami, foglie, fiori
ha bisogno dei miei occhi, del mio sguardo d'amore
il bosco canta il mio nome, con tutto l'ardore
sente la mia mancanza e io piango
fa festa per il mio ritorno..
ascolto la loro allegria potente
la felicità tra il cielo e la terra
l'amore incondizionato
arriva al mio cuore, lo circonda di calore
l'energia entra nel mio sangue
trasportandola, per tutto il mio corpo
le lacrime scendono turgide
sulle mie guancie, arrivano alle mie labbra
sento il salato del mare,
mentre la musica della foresta
lentamente calma tutto il mio essere
gli occhi si chiudono, umidi di lacrime.
segnalata da daniela cesta martedì 6 maggio 2014
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categoria: Poesie
soldato
Io sono un soldato.
Combatto per la patria.
Mi alzo quando il sole si è appena levato.
Mi vesto odiando i ricchi.
Loro ci odiano ma ci usano.
Mi sento nella mia tenda al sicuro.
Esco e la luce mi abbaglia.
I miei occhi erano abituati allo scuro.
Prendo le mie pesanti armi.
Con l’elmo copro i miei occhi azzurri.
Con l’armatura proteggo la mia ruvida pelle.
Sotto le urla dei miei ufficiali mi muovo.
Loro stanno sulle loro comode selle.
Il sudore mi riga il viso.
Mi preparo alla battaglia.
Tengo alto il mio scudo e bassa la mia spada.
I tamburi suonano incitandoci.
Il mio vicino trema.
Molti hanno paura.
Altri sono eccitati.
Vedo la gioventù.
Molta sarà falciata al primo scontro.
Rimpiango la pace.
Penso alle lacrime delle madri.
Ma stringo forte la mia arma.
Con foga corro.
Urlo con furia.
Con il crocefisso al collo uccido.
In mezzo alla polvere mi ergo.
Il sangue copre la mia lama.
Solitario mi distinguo dalla massa.
Ferito cado.
Ferito ritorno al campo.
Ferito perdo la vista.
Ferito piango la mia gioventù.
Ferito resto solo.
Ferito muoio senza poter rivedere la luce di un campo d’estate.
Solitario infine rimango nella mia cassa.
segnalata da andrea rossi venerdì 5 ottobre 2007
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categoria: Poesie
Inutile
Non ho più sentito parlare di te
Mi hanno detto solo che non sei stata con nessuno, ultimamente
Eppure io non credo a questa possibilità
Io che ti conosco bene, tu non riesci a stare un pò ....da sola ...sola
Non riesco più a parlare di te
Mi sento come se il 90% delle cose non esistesse più
Mi dicono <<non era ...il tipo giusti per te>>
io ci credo certe volte, ed altre penso che ...sei sola ...sola ... come me
Che senso ha
Amare e poi sparire
Da qua
Così non può finire
Inutile
Nascondersi
Che senso ha
Tornare amici adesso
Non và
Se pensi a che è successo
Inutile
La libertà
Non ho più sentito parlare di te
C'era troppa gente quella sera, troppo rumore...e sei scappata via
A volte mi domando perchè ti arrabbi ancora con me
Che ci sentiamo poche volte, e soltanto per dirsi che ...sei sola ..e in fondo
...io sto come te
Che senso ha
Amare e poi sparire
Da Qua
Così non può finire
Se tu
Ritorni un'altra volta o mai più
Oppure quel che resta
è inutile, inutile
Che senso ha
Tornare a fare sesso non va
Trovare un compromesso
Inutile, inutile...
Non ho più sentito parlare di te...
Max De Angelis - tratto da 37 Minuti
segnalata da Laura domenica 22 luglio 2007
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categoria: poesie
Tu, la mia fata
Quella sera, su due panche
ravvicinate
nel locale d'un amico,
con un pò di musica
appena
di sottofondo...
m'hai accolto in Te
e fu subito
fiaba...
Il mio castello incantato
fra le tue braccia
e nel tuo grembo
per restarci,
avrei voluto proprio,
all'infinito...
Poi siamo andati via
e ci siamo persi
su altre strade...
Ma Tu ritorni
nella mia fantasia
come la fata bruna,
che non m'abbandona,
o quanto vorrei...
perché al risveglio
infine,
con me non sei...
eppure Tu
mi leghi ancora
così carnale,
e spirituale,
a un sogno mistico
del mio più fido
interiore,
come un fiore
profumatissimo,
che mai
appassirà...
segnalata da FernyMax mercoledì 23 maggio 2007
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categoria: Poesie
Io credo
Negli immortali principi
di libertà e uguaglianza,
e di fraternità... io credo.
Così nel diritto delle genti,
condiviso dall'universalità
delle forme sociali, io credo.
Credo alla vita, diritto naturale
già di tutti gli esseri viventi,
umani in specie ed assimilati...
E credo nel diritto altresì
delle popolazioni inermi
a non venire mai coinvolte
in fatti sanguinosi di parti
contrapposte combattenti...
Diritto sacro e inalienabile
è quello di vivere una vita
dignitosa, libera e felice
per ogni uomo o donna,
figlio della Terra, senza
che minimamente conti
il dato dell'appartenenza
a gruppi politici o religiosi,
a classi economiche o sociali,
a comunità etniche o sessuali...
Io credo, e Voi? E se è così,
perché l'uomo... si tormenta
con l'urlo ancora degli assalti,
con il rimbombo di esplosioni,
che fanno improvvise stragi?
Perché ovunque c'è minaccia
di morte... e la morte degli altri
ormai è unica merce di scambio
per il diritto alla sopravvivenza?
Quando finirà questo ritorno
alla barbarie? E l'uomo quando
riuscirà a ritrovare sé stesso?
A cosa può servire la storia
se non a evitare innanzitutto
di ripetere orrori del passato?
Diamoci rispetto l'uno all'altro
prima che diventi troppo tardi
per restituire un senso alla pace...
FernyMax - tratto da Riflessioni sulla Vita & la Storia
segnalata da FernyMax giovedì 10 agosto 2006
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categoria: Poesie
memorie 2
La fine del mio tormento,
l’estinzione di una malattia,
lascia che gridi per accrescere la mia ira,
l’ira di un amore spento,
grida, del buio e del dolore,
delle labbra bruciate, dell’eco assordante.
Fammi arrivare dove le mie grida vogliono gridare,
dove le mie parole sono fiamme degli inferi
e le lacrime la lava del vulcano sacro.
Nasce l’arma perfetta, fredda, fluida all’apparenza,
ardente e affilata all’occorrenza.
Strizzo le mie mani, e mi trafiggo,
nascerà il sangue della sofferenza,
il liquido dell’ignoranza e della forza bruta.
Bevi, la mia essenza
lo stato fuso della mia vendetta,
bevi, assorbilo, assorbimi,
ti travolgo, ti sto attraversando, spegniti.
Prova l’angoscia di non poterlo più fare,
di non poter commettere più errori,
di non provocare più male.
Una spada insanguinata invisibile alla tua incredulità.
Affoga, nel sonno più depresso, il non ritorno.
Tenta, non concedo tregua,
la rabbia si è riversata, ora ti schiaccia,
ti comprime ancora, finché la tua ombra diverrà
ombra dei tuoi residui, nulla.
Sei stata trafitta senza misura, come volevo,
hai bevuto fino all’ultimo sorso,
retrogusto mortale.
La pioggia cadrà silenziosamente
sul luogo del delitto, non lascerà tracce,
diluirà acqua con sangue, formerà la pozzanghera
del peccato, lo specchio della tua morte.
Non ci sarà sole eterno e raggio capace
di cambiare la sua natura,
siamo io e te, macchiati dalla spada e dalla follia.
segnalata da purafollia sabato 2 settembre 2006
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categoria: Poesie
Canto di San Valentino.
Per le anime col cuore riverso nella spazzatura,
per coloro che non sanno più né amare né odiare,
per le ombre che siedono nel presente senza far rumore,
per l’uomo che attende il ritorno d’un angelo sceso all’ alba,
per te mia luce che ogni istante colori un po’ d’azzurro.
Solitaria una notte,
nella via, due anni fa:
nel tuo cielo una rosa,
rapita alla musica,
e-mail per dire Amore
ma San Valentino ignora,
una goccia dopo l'altra
cade nel buio del cuore.
RIT: Guardo un fruscio del vento,
sopra il golfo di Trieste,
due pensieri in un nodo
e nella mente il tuo ricordo.
Spesso, i giorni perdono
il sapore del suono,
dietro il silenzio, una voce:
"Chiamami, se ti va... Chiama,..",
ingenuità d'un bambino,
ieri ho venduto l'anima,
oggi carezzo il cuscino,
ricordando un' illusione.
RIT: Guardo un fruscio del vento,
sopra il golfo di Trieste,
due pensieri in un nodo
e nella mente il tuo ricordo.
Guarda: un fruscio di vento
coglie il mare di Trieste,
mormorano le finestre,
due pensieri in un nodo
e nella mente un ricordo.
Sì, gioca un po' l'emozione:
ora che vorrei dirti molte cose,
forse non ho più parole.
segnalata da Anonimo italiano lunedì 13 febbraio 2006
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categoria: Poesie
Alla Luna
Luna
che ti ergi solitaria fra le stelle,
non essere sicura del loro amore eterno,
non lasciarti illudere anche tu,
verresti a conoscenza della più atroce sofferenza
Dall'alto della notte
hai visto fidanzati baciarsi al tuo chiarore,
dall'alto della notte
hai visto me
piangere
invocando il suo nome
Perchè non mi hai confortata?
Non ti sei mai chiesta che dolore provassi?
Non hai mai pensato che ciò potesse
succedere anche a te?
Piangeresti anche tu,
se il cielo ti lasciasse,
pregheresti per il suo ritorno
e come me
cercheresti invano la sua mano
Non piangere,
Luna,
se ti rattristo,
non serve a nulla sprecare lacrime
per chi non le merita,
usa quelle gocciole
per piangere di gioia e
non per un ingiusto passato
Aiutami ora donandomi
la tua ingenua saggezza,
non lasciarmi sola
nel buoio della sua indifferenza,
accompagnami con i tuoi vellutati chiarori
in luogo in cui
possa dimenticarlo,
fammi diventare
una delle tue seguaci stelle,
Voglio amare solo chi
del mio amore è degno
segnalata da simona venerdì 4 ottobre 2002
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categoria: Poesie
ANNA (1976)
Riccioli al vento,
che parlate di libertà
con la tenerezza
dei desideri
d'un bambino...
Voi recate
alla mia mente
il senso
d'una voce di velluto
dal dolce profumo
di rose e di Sole,
che sussurrava,
in un tenero bacio:
"ti voglio così,
mille volte,
forte così...
per sentirti mio!"
Chiome brune al vento:
la sua fantasia...
come la gioia
dei miei sogni
di fanciullo.
E il calore
della tua pelle,
Anna,
io lo ricordo ancora
baciato dal sole,
profumato d'amore...
Quel mondo
di fede e di passione
vibra qui
tra le mie mani,
senza più un oggi
né un domani...
Ma dove sei ora,
ebbrezza,
che lasciavi senza fiato?
Fuoco di magìa
innamorato
d'un pazzo gioco
che facevi di noi,
petali
staccati dal vento,
e poi svaniti
verso nubi d'Inverno...
Lontananze senza ritorno,
ove l'Amore va a morire,
ai margini del mondo,
nell'eterna Notte,
che non conosce il sorriso
di un'altra Primavera.
segnalata da FernyMax sabato 24 agosto 2002
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categoria: Poesie
Grandine
Strano, tutto è così strano
tu non ci sei più, ma io ti sento continuamente
Dentro, forte e dritto al centro
dove la ragione non risolve le mie incertezze
Dove sei
come stai
con chi sei… avevi detto
“ti amerò
non lo so”
un’inquietudine sei. E resto a…
terra, solo sulla terra
dopo una tempesta di asteroidi dal mio passato
Neve, scende come miele
sopra questi occhi che guardandoti
ho consumato
Dove sei
come mai
perché lui…avevi detto
“non lo so
lo amo? No!”
e adesso non sei più qui. Sei come…
Grandine, sei solo grandine
continua a scendere, continua a scendere
dove cammini tu, dove cammini tu
ma io non ti amo più, io non ti amo più
Sei solo grandine, sei solo grandine
fredda da sciogliere, fredda da sciogliere
e non cammino più, io non cammino più
se poi non ci sei tu, sei poi non ci sei tu
Piano lasci la mai mano
e restano confusi i tuoi profumi nel mio salotto
“sento poco sentimento”
firmi il tuo riscatto
con parole che mi hai rubato
lui chi è
sta con te
dimmi questo è vero amore
non lo sai
mi odierai
se poi ritorni da me… sei come
Grandine, sei solo grandine
continua a scendere, continua a scendere
dove cammini tu, dove cammini tu
ma io non ti amo più, io non ti amo più
Sei solo grandine, sei solo grandine
fredda da sciogliere, fredda da sciogliere
e non cammino più, e non cammino più
se poi non ci sei tu, se poi non ci sei tu
Grandine, sei solo grandine
continua a scendere, continua a scendere
dove cammini tu, dove cammini tu
ma io non ti amo più, io non ti amo più
segnalata da Laurab mercoledì 21 dicembre 2005
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categoria: poesie
MAI TROPPO LONTANI
Non sento la distanza
Se vedi lo stesso cielo che vedo io
E con gli occhi fuori dalla stanza
Posso farti vedere ciò che vedo io
Riesco ancora a distinguere
Il vento dal tuo respiro
Riesco a trattenere il sogno
Mentre sono a letto e mi giro
Qualcosa di sincero
Mi avvolgeva tutto intorno
Prenderei qualsiasi sentiero
Senza preoccuparmi del ritorno
Mai troppo lontani
Sognandoti sembri vera
Tenendo le tue mani
Mentre fuori soffia la sera
Mai troppo distanti
Sognamoci a vicenda
Aspettiamo che si faccia avanti
L'amore e ci prenda
Non sento la distanza
Se sei sicura di quel che provi
Mentre la notte avanza
Dici di cercarmi ma non mi trovi
Tu guarda sotto ogni lacrima
Nei posti più cari che hai
Nella parte più preziosa dell'anima
È li che mi troverai
Non mi serve nessuna luce
Per trovare la direzione
Solo il sentimento mi conduce
Guidato da una forte emozione
Mai troppo lontani
Stanotte facciam valere il pensiero
Il pensiero che domani
Possa essere tutto vero
Mai troppo distanti
Il vento porta le tue parole
Sembrano essere canti
Che non mi lasciano finchè arriva il sole
Non so se considerarti
Come un dono o una promessa che manterrò
Prometto però di saper amarti
Con tutto quello che qui dentro ho
Anche se saremo un po distanti
E nelle notti ti mancherò
In questo mondo siamo in tanti
Ma in nessuno ti troverò.
LucaG - tratto da MyLyrics
segnalata da LucaG lunedì 23 aprile 2007
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categoria: Poesie
IL NOSTRO MARE
C’era il bisogno di andare
C’era la voglia di fare tutto ciò che non puoi immaginare
Mentre sei a Milano nel traffico ad imprecare
Mentre vai a lavorare.
C’era la voglia d’amore
Che timido entra come un raggio di sole
E si appoggia sulle labbra per dare quel sapore
Che scivola nel cuore e fa sparire ogni dolore.
Che cosa hai fatto? Sarai stata buona
Di corsa a pregare mentre la campana suona
C’è un Dio che non ti abbandona, ma anzi perdona
E ci regala questa “avventurona”
E questa volta sta dalla parte di questa splendida persona…
Questa ragazza che tiene l’amore negli occhi
Stella cadente di mille notti, brivido quando mi tocchi
Non credere in noi due sarebbe da sciocchi.
Devo tessere il mio benessere per essere
Come voglio io
Ma quando il tuo amore mi elesse re
E tu entrasti come un calesse nel cuore mio.
Ora non sono più ferito, sono guarito
Sul mio trono sono salito.
Guardo la stella che mi indichi col dito
E sa farsi riconoscere in un cielo infinito.
Camminavamo in riva al mare
E i tuoi capelli si muovevano al vento
Io cercavo di ricordare
Un altro momento in cui ero così contento
Ma non lo sono riuscito a trovare
Per questo cerco di essere attento
A non perdermi nemmeno un minuto di noi
Ma vedrai, se sarai nei guai con me ne uscirai
E ti accompagnerò da qui in poi.
E al ritorno lungo la riviera, quella magica atmosfera
Creata da noi due e da quel sogno che si avvera
Sullo sfondo, un altro mondo, una città che non sembrava vera
Poi io e te mano nella mano andavamo incontro alla sera.
Questa piccola gita, che mi ha segnato la vita
La porterò sempre dentro di me
Sarà l’immagine più colorita
Dai baci con le dita, allo stare abbracciato a te.
Ti porterò dentro ai miei occhi
Come quell’immagine riflessa nel canale
E quando sentirò male, penserò a questa vacanza speciale
E al nostro amore grande e immenso come quel mare.
…Il nostro mare
LucaG - tratto da MyLyrics
segnalata da LucaG venerdì 4 giugno 2010
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categoria: Poesie
La Mia Libertà
La mia libertà
è unica espressione
schietta dell'anima
quando plana in volo d'aquila da alta quota
nelle risolutezze,
non malleabile
alle manovre altrui
nel ritmo di quel mio
impervio cuore lindo
che pulsa solo
per la sua coscienza
riflessa nella giustizia
tersa da ogni laidezza.
La mia libertà
respira solo della propria audacia nel esimersi
da torbide acque
ove stolido affogherebbe, consapevolmente reo!
La mia libertà
è un viaggio
senza ritorno
non compreso da molti
oscuro per tanti,
ma è fulgido rogo
e flagello tangibile
quando tende la sua
mano possente
per porre aiuto sicuro
verso la bisognosa torma!
Osteggiami pure
quanto vuoi
con seta di ragno
a degradarmi le orme
della mia irreprensibile identità che ti schiaccia,
oh bel viso di grezzo bronzo
se ti aggrada farlo, ma...
La mia libertà resterà
uno stato di
assoluta autonomia essenzialmente sentita
come diritto,
e come tale garantito
da una precisa
imperterrita volontà
non commerciabile
a un pubblico
diversamente onesto,
nelle loro movenze
nella via del loro
incallito delirio.
Lungi da me
o gabbia del giogo
dell'ombra occulta
a impegolarmi le ali,
o saró rovente spada
a disarmarti
dalle cenciose vesti
che possiedi
da cieco stolto,
t'avvolge predominante
quel reprobo fato
che ingarbugliarmi vorrebbe
e mai t'assicuro
ci riuscirebbe.
©Laura Lapietra
segnalata da Laura Lapietra mercoledì 22 febbraio 2023
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categoria: Poesie
Lara Larina Laretta
MUSE
Visioni di Lara
Larina Lara Leretta Mia Lo di un Humbert* tuo coetaneo
mia prima musa sirenetta
Febbraio 1999
Scarabocchio di lei
Neve candida e soffice s'abbatteva sui tetti a fiocchi.
Nel grigiore d''una stanza brillano nel libro di Catullo odi e i tuoi occhi.
In una macchia di caffellatte' nella pagina di Storia.
vive lei e sua bellezza.. intoccata da macchie di alcuna cosa imperfetta.
Chissà se nel lume d'uno studiolo forse a cosa pensare....in quella fatica che comune e' dovere dell'uomo; qualcuno da amare!!
Lara..
come son ora stanco e doman non vedo l'ora la campana suonare scuola ricreazione per darti uno sguardo.
Settembre 1999
Allodole solitarie albeggiavano con il migrar delle rondini prime nei sui occhi..dei quaderni affamati nell'amore, di cui sembrava la regina con le vestali sue compagne, a farle come ancelle nel trono della sua beltà cortigiane, sovrana d'amore e simulacro della bellezza. Madonna ritratta da Ghirlandaio il suo grembo casto era e la sua aria di piccola donna.
Uscendo di casa era lei l'alba sulle sue ciocche tinte castagno.
Sognatore mi colse su un fiocco di neve nell'inverno dallo studio in fallo.
E Catullo e Saffo mi parlarono di lei e delle poesie gli dei...
La rima Invicta Fire e il fuoco di amare dentro, mentre da bambina cambiava; come Dafne a pianta mutava - rea dell'amor di Apollo e lei a donna nel silente suo microcosmo cambiava, mia Lolita.
* Humbert protagonista del romanzo Lolita di Vladimir Nabokov ( San Pietroburgo 1899- Montreux 1977)
La nave
Siamo lì sulla stessa nave l'orizzonte, solcano gabbiani e pirati galeoni l'orizzonte nei tuoi occhi.
Odo lo stormire dei migratori di ritorno dall' istmo di Panama e quell'avventura in cui l'uomo giovane si tuffava..
Di tutto questo s'annaspa la psiche tra Ulisse e Alceo e sovvenire me dei tuoi giovani occhi ..
Chissà se anche tu li ricordi??
Cri Cri Cri
Settembre, Cri Cri Cri
faceva il passero col flauto di Pan assieme alle
prime rondini migrando.
Rideva lei, fuggendo in sella
alla bicicletta.
Oh che visione..
di castità e intatta purezza.
Il libro e le odi di Alceo e Catullo
sapevan la sua parvenza.
Poi; me ti presentarono.
Novembre alla sortita in ricreazione
sordina lei camminava con di sottofondo satiri
che facean nel core canzone;
poca a questo virgulto data fu L’attenzione..
“Lara mi chiamo”!
Oh, Zivago me venne in mente
e ci lasciammo senza un nulla; tristemente.
Sbirciarti sempre me fu un diletto nel mattino d’ora tarda.
Amore mio come son svaniti quei passeggeri momenti assieme alle nostre giovinezze.
Chissà la vita di quel passero quanto fugace fu..
segnalata da Carlo Tracco sabato 13 maggio 2017
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categoria: Poesie
La Porta (parte seconda)
E al di là della Siepe
chissà cosa c’è ancora,
da vedere,
pensare e vedere,
ancora da fare,
per chi vuole andare
oltre “la Porta”...!
Oltre la porta degli uffici
di generali ed assessori,
quella dei casini
e degli obitori...
La porta dei lager,
con un biglietto
senza ritorno...
E degli ospedali,
o delle case di cura
per malati mentali,
progettate
da uomini “sani”,
che poi sono i primi
malati “trionfali”!
Stupidi e ciechi,
perché non vogliono andare
oltre la Porta.
Hai capito?!
Non ci vogliono andare!...
E chissà come fanno
ad attaccarsi tanto
a piccole cose:
denaro e case,
femmine e aborti,
violenza e droghe,
imbrogli e poltrone...
E riuscir così bene
a dimenticare,
che esiste una Porta
della Conoscenza
e della Speranza,
per chi vuol capire,
e chi sa godere,
tutte le gioie
e tutti i dolori,
tutte le ansie
e le suggestioni
di un vero sentirsi
di questo mondo,
e crescere insieme,
membri...
dell’Universo stellato!
Un’emozione da non perdere,
da lasciare senza fiato!
A questo, uomo,
sii preparato...
Non ti far cogliere
senza quel fiato,
quando qualcosa,
in questa o altra vita,
Natura o Dio,
ti chiederà:
Uomo, respira!
Respira, sì!
Per farmi vedere
se hai saputo salire,
chi sei, cosa vali,
se ti sei conquistato,
se hai fatto il cammino
oltre “quella” porta.
Ricordati, Uomo,
oltre la Porta!...
segnalata da FernyMax martedì 20 maggio 2003
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