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In questa categoria oggi sono state inserite 26 poesie.


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Nadia...e Sicilia

La luna rossa, il vento.
Il tuo colore accecante come quello di questa dolce donna del Nord.
Il mio cuore è ormai su queste terre, in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare, la penetrante conchiglia soffiata dai pescatori siciliani, ho dimenticato i gabbiani e
le cantilene lungo i vicoli dei borghi.
Ho dimenticato il colore scuro dei miei amici e l’aria dei verdi altipiani per le terre e i fiumi del nord e…per Lei.
Più nessuno mi porterà nel Sud

Oh, il Sud. E sono stanco di solitudine e di malinconia.
Ma più nessuno mi porterà nel Sud.
Non ti posso più baciare, ma spero che qualcuno lo faccia per me e senta quel sapore nero e denso che ha la tua bellezza. Come Lei….Sicilia, sei bella come Lei…la dolce donna del nord.
E questa sera carica d'inverno è la mia casa ora.

un lamento d'amore, ma senza amore

Massimo

segnalata da Massimo venerdì 28 gennaio 2011

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Nadia

Non dedicarmi troppo tempo, massimo
Non pormi tante domande, massimo
Non sfiorare la mia mano con i tuoi occhi neri, massimo
Non seguirmi nei miei pensieri, massimo
Lo so: una volta ancora,…massimo.
Sei bella, nadia.
Il tuo corpo nudo consuma i mie giorni, nadia
Come un sogno leggero il tuo seno di sfinge è fatto per ispirare amore, nadia.
Le tue labbra per affascinare le parole, nadia
Temo i tuoi baci, nadia
ma tu non hai motivo di temere i miei.
si, lo so massimo....il tuo cuore è per nadia...innocente.

Massimo

segnalata da Massimo venerdì 28 gennaio 2011

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I tuoi passi

I TUOI PASSI

Torna sui tuoi passi,
non inseguire chimere
o falsi idoli di cartapesta.
Riprendi il cammino,
nel dolce paesaggio collinare,
all’ombra dei fronzuti castagni,
raccogliendo innocui ricci
creati a difesa del frutto
una volta passatempo degli avi
e genuino ingrediente
dei rari dolci della nonna
con le dita appiccicate
nello zuccheroso miele
che ricopriva la torta
e ti faceva leccare le dita
con la lingua che arrivava
fin sotto le narici per cogliere
l’ultimo attimo della festa.
Torna sui tuoi passi:
il dolce che gusti avidamente
è di matrigna malvagia,
uscita non dai libri di favole,
ma dalle pagine di cronaca nera.

Catello Nastro

segnalata da Catello Nastro domenica 23 gennaio 2011

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SULLE ALI DELL'AQUILONE

E' dedicata a un bambino autistico che amo tanto ... il suo mondo è colorato come un aquilone...Qualche informazione sull'Autismo:

L'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione.Si manifesta verso il dodicesimo -quattordicesimo mese dalla sua nascita. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione.Più precisamente, data la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente ed unitaria, è recentemente invalso l'uso di parlare, più correttamente, di Disturbi dello spettro autistico

Nel brano mi medesimo nello stato d'animo di un bambino autistico e il suo modo di vedere le cose .. in un mondo tutto suo.. dove per lui i diversi siamo noi ...

Guardo l'aquilone dei miei sogni
che mi conduce senza esitazioni;
in nuovi mondi
Avverto in me una grandissima fantasia
dove un esile ma robusto filo
mi porta via...
Raccontano che non sono normale,
che sono diverso,
ma comprendo tutto lo stesso...
Non posso parlare
né cantare
ma sorrido, sorrido ugualmente
a tutta la gente ....
Mi stupisco veder lanciare al vento
l’aquilone che riflette i raggi del sole.
Vorrei ..
andare più in alto
e scorgere paesaggi sublimi
mentre tu mi dirigi..
Vorrei correre veloce
ed ammirare il mondo oltre la collina,
al di là delle montagne fino al mare
dove il cielo dona voce solo al mio respiro
in preda al delirio..
Nuvola che sei oltre l’orizzonte
rendi il mio volo più leggero
.. dammi una mano
e portami lontano ..
dove i giorni che scorrono non hanno senso
perché tutto quello che ho
è un aquilone
che mi porti in sella
su di un magico maestrale
dove imparerò a volare....

....

GIULIA GABBIA

segnalata da GIULIA GABBIA giovedì 20 gennaio 2011

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Una suora si lava la pataffiòra e mentre si lava pian piano si sfiora, si gira di lato e spunta il prelato, sorride,la tocca, che bell'albicocca!
Lei geme ma teme che tutto l'insieme
le possa far male,che prete maiale!
Sorella Gertrude in maniera un po rude
lo piglia e lo striglia con le mani nude
in modo triviale ci fu anche l'orale
e il caro prelato andò via beato.

Eusebio Nasturzi - tratto da vite quotidiane

segnalata da Aleppe lunedì 17 gennaio 2011

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