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categoria: Poesie

Nel momento in cui comincia ad avviarsi,
un guerriero della luce riconosce il Cammino.
Ogni pietra, ogni curva,
gli danno il benvenuto.
Egli si identifica con le montagne
e i corsi d'acqua,
scorge parte della propria anima
nelle piante, negli animali e negli uccelli
della campagna.
Allora accettando l'aiuto di Dio e dei Suoi segnali,
si lascia condurre dalla propria
Leggenda Personale
verso le incombenze che la vita gli riserva.
Alcune sere non ha un posto dove dormire,
altre soffre d'insonnia.
"Questo è coerente", pensa il guerriero.
"Sono io che ho deciso di procedere
lungo questa strada".
In questa frase è riassunto tutto il suo Potere.
Egli ha scelto la strada che sta percorrendo
e non ha nulla da recriminare.

Paulo Coelho - tratto da Manuale del guerriero della luce

segnalata da Neris domenica 2 dicembre 2012

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categoria: Poesie

Bracconieri

In fondo la strada
si beava lo sguardo.
Tutto sembrava perfetto:
la neve imbiancava il sentiero,
e le ultime foglie
cadevano timidamente.
Sui rami, nidiate
di teneri uccelli...
E nell'incavo profondo
di un tronco d'albero,
un riparo prezioso...
Ma poi un richiamo
insidioso:
La cattura di un'aquila
che non potrà più sfamare
fragili bocche innocenti.
Il solito bracconiere
che uccide per diletto...
perché ha deciso che
la vita non merita di
volare...

Angela Randisi

segnalata da Angela Randisi mercoledì 24 giugno 2020

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categoria: Poesie

SANTA LUCIA

è arrivato il gelo, l'inverno alle porte,
con l'aria natalizia che addolcisce la nostra vita,
una fanciulla di estrema bellezza si aggira
per i vicoli della sua città,
calde lacrime scendono, dai suoi occhi pieni di luce,
luccicano le sue pupille, di scintille celestiali,
è innamorata la giovane donna, il suo cuore palpita
d'amore per un giovane di nome Gesù, che è stato
il piu bello, tra i figli dell'uomo!
Vorrebbe donargli la sua verginità per l'eternità
e non solo, ogni suo respiro, battito del cuore,
sussurro, appartiene al suo Signore,
Lucia bimba bella, buona, semplice, pura,
stupenda lei, stupendi i suoi occhi e il
suo nome dolce.
Volevano che, sposasse un uomo pagano,
lei così cristiana e innamorata di Cristo
ha deciso, si farà strappare gli occhi
ma non abiura! Casta e candida fanciulla
lo Spirito di Dio abita in lei.
Osserva per l'ultima volta la sua città, Siracusa,
si consegnerà alle guardie, dell'imperatore Diocleziano
il più grande e crudele persecutore dei cristiani.
Nel nome di Dio, per il suo Dio, per l'amore e il nome di Gesù.
Lucia fu martirizzata.

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA mercoledì 12 dicembre 2018

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categoria: Poesie

RAGAZZA MIA

Ragazza mia
Non è stato per caso
Che quella sera
Ho scelto (proprio ) te

Non è stato perche
Eri la piu bella
Ce n’ erano Tante
E altre
come te e forse piu di te
avrebbero potuto
darmi le stesse emozioni

Non è stato
neanche perche’
hai ricambiato
il mio sorriso
qualcun’ altra
lo ha fatto
e non mi sono deciso
prima

ma e stata forse
quella finta
malinconia
dipinta sul tuo volto
che ti attanagliava
il cuore
e se rubata il mio

segnalata da aurimper martedì 12 febbraio 2013

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categoria: poesie

La scia e il peregrinare

Lui appariva e scompariva
talvolta s'intestardiva
mentre salutava dalla riva
di una spiaggia verde oliva
in lontananza appariva
una donna non giuliva
con indosso una missiva
paradosso sulla stessa riva
di colui
che senza perché
s'imbozzachiva
cosicchè la donna
non giuliva
decise di lasciare la riva
e non andò alla deriva
ma il fallo blandiva.
Copular coercitivo
pensai mentre dormivo
eppur non morivo
all'ombra dell' ulivo
nel verde così vivo
del bosco in cui troivo.
Nascosta
la mano dell'uomo che sorrideva
mentre per il procto prendeva
il mondo che ignaro lo leggeva
stupito di cotanta leggiadria
ignaro del suo peregrinar e della scia.

Jennifer Pathaunce - tratto da fiori e spatole

segnalata da Nino Dale giovedì 29 settembre 2011

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categoria: Poesie

Ho visto il mare in quei tuoi occhi blu
dove io mi perdo ogni giorno
per sentirmi più libera...
Ho visto il tuo dolore
proprio in quegli occhi
e allora ho deciso di amarti e di starti vicino...
Ho preso le tue mani tra le mie
e quando le ho toccate
mi sentivo come il fuoco:
dentro calda e fuori forte...
E se c'è una cosa
che rende magico ogni momento
è sfiorarti le labbra
e accarezzarti il viso...
Ho scoperto la tua schiena
immaginando che fosse la strada
del nostro futuro insieme...
E quelle spalle
dove appoggio le mie guance
sono il coraggio che ho io al tuo fianco...
E ora mi basta una bocca sola
per baciare e attraversare
tutto il tuo meraviglioso corpo...

ALESSANDRA - tratto da SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SCRITTE DA ME...

segnalata da ALESSANDRA... mercoledì 13 febbraio 2008

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categoria: poesie

Frammenti di te

Ti trovo ovunque
ti vedo sempre,
quando raccolgo i miei pensieri
e mentre spargo le mie parole.

Ci sei anche tu nel mio agire,
ti muovi muto accanto a me,
mi prendi per mano se non so dove andare
e mi segui col sorriso nei miei passi decisi.

Ci sei nella mia ragione
e quando mi trasporta l'impulso,
se, stanca, mi fermo e piango
o se con forza sfido gli eventi.

Ti rivedo se mi guardo allo specchio
e oltrepasso i miei occhi,
se mi rapisce un tramonto
o se chiudo gli occhi e sogno.

Tra la folla mi appari,
e nei luoghi deserti che amo di più.

Non ho potuto dirti addio, non ero lì con te,
ma frammenti di te, magici e luminosi
come una miriade di stelle,
non mi abbandonano mai,
al di là del tempo......

RitaS

segnalata da RitaS lunedì 28 dicembre 2009

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categoria: poesie

RIFLESSIONI

Sono diversa
perché soffro
non so correre
né saltare.

Sono diversa
perché mi hanno cambiata
il destino ha deciso così.

Sono diversa
mi dicono
speciale
sensibile
mentre io mi vedo normale.

Sono diversa
perché so ascoltare
con il cuore
e piango davanti al dolore.

Sono diversa
perché riesco a sognare ancora
leggendo un libro.

Sono diversa
e lo dimostro scrivendo
con parole tristi
ma che arrivano dall’anima.

Sono diversa
ma vivo
di piccoli attimi
gioie e sorrisi
che la mia normalissima vita
mi dona ogni giorno.

18.06.03

Sabina

segnalata da Sab73 lunedì 17 agosto 2009

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categoria: Poesie

Il Sorriso.....dedicata a mio figlio

Tu sai perchè sorrido...
quando osservo il tuo viso e la felicità traspare
nei tuoi occhi sereni,
e, una piccola smorfia appare sulle carnose labbra;
sorrido.....quando il vento scompiglia i tuoi capelli,
così folti e belli...come fili di seta che brillano nel sole;
sorrido....quando sento la tua voce
che teneramente dice: "Mamma ti voglio bene!"
Allora lascio le amarezze...le angosce....le tristezze
in un angolo sperduto,
dimentico il passato...tuffandomi in un sorriso
plasmato dalla tua gioventù;
tu sai perchè sorrido......
nonostante le fatiche....le pene....i sogni ormai perduti che non tornano più,
perchè nel mio sorriso tu trovi uno spiraglio
un'ancora sicura...che affronta la tempesta...tenace
forte e salda,
un'umile fiammella che tiene acceso il cuore;
sorrido....quando penso che l'universo è immenso
e al di là del cielo c'è un posto anche per me!
Sorrido......perchè è bello vederti camminare,
andare incontro al mondo ...mentre io mi allontano
camini lentamente....e con fare deciso,
e hai sulle labbra ..........l'ombra di un sorriso.

Laura

segnalata da Laura martedì 17 maggio 2011

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categoria: Poesie

senza me

sono rimasto indietro
mentre io andavo avanti
mi voltai
e mi vidi urlare
nn sentivo cosa dicevo
forse volevo fermarmi
forse volevo accompagnarmi
neanche il tempo di pensare
che la nebbia non mi fece più vedere
mi ero perso
non mi trovavo più
ma sapevo che c'ero
sentivo battere il mio cuore
vedevo il fumo del mio respiro
mi sedetti in riva a un lago
mentre mi cercavo
decisi di aspettare
prima di andare avanti
intanto mi guardai riflesso
per sentirmi completo
ma non ero lì
e aspettai
senza me
il mio ritorno

solo io - tratto da me

segnalata da doe martedì 4 settembre 2007

stelline voti: 17; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Ho dipinto la pace

Avevo una scatola di colori
brillanti,decisi,vivi.
Avevo una scatola di colori
alcuni molto caldi,altri molto
freddi.
Non avevo il rosso per il
sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il
pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le
mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per la
sabbia ardente.
Ma avevo l'arancio per la
gioia della vita,
e il verde per i germogli e
i nidi,
e il celeste per i chiari cieli
splendenti,
e il rosso per il sogno e il
riposo.
Mi sono seduta e ho
dipinto la pace.

segnalata da Joey giovedì 15 settembre 2005

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La vita non è qui.

La notte si descriveva come se fosse una poesia senza rima
e si cuciva il contorno,si preparava a raccontare quel giorno
di silenzio e orrore e con il canto di chi muore.
Una ragazza smarrita cercava di capire dove fosse
mentre qualcuno nascosto studiava piano piano le sue mosse
ed inseguiva i suoi passi fino a arrivare dietro di lei.
Le ha già strappato il vestito e lei perplessa non ha ancora capito,
ha già sofferto abbastanza a stare chiusa sempre dentro una stanza
che non ha più sole e che si scioglie alle parole.
La spinge poi contro il muro e nei suoi occhi c'è un terrore leggero
e poi le sfiora la bocca e con le mani silenziose le tocca
tutto il corpo e il cuore e graffia nelle sue paure.
Le lacrime sono scese e le sue mani ormai si sono arrese,
son stati attimi eterni ma finalmente i loro corpi son fermi
dentro un'espressione che sa di sesso senza nome.
Ma lui non ancora contento voleva soffocare quel sentimento
e recitò la sua parte di quello che ne decideva la sorte
e lei seguiva il destino, la ritrovarono al mattino.
In una notte scura l'amore fa paura
e in una notte un pò così la tenerezza non è qui.
E sogni appesi a un chiodo e nella gola un nodo
ma in una notte un pò così
ormai la vita non è qui.

Alessandro Cercignani.

segnalata da Alessandro mercoledì 23 ottobre 2002

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categoria: Poesie

Il Regalo di Natale (poesia in rima schiaffeggiata)

Pensavo per Natale di farti un bel regalo,
ma mi rodeva il dubbio se consegnarlo a mano,
se fartelo portare da un messaggero alato,
o fartelo trovare vicino a un bel gelato.

Ero proprio indeciso sul mezzo che avrei scelto,
però volevo fartelo: di questo ne ero certo.
Non ero neanche certo sul tipo di regalo,
e pensa e ripensa son rimasto sul vago.

Qualcosa per Natale ti voglio regalare,
non resta a questo punto che andartelo a
comperare.
potrei comprar dell'oro ma ci vuol troppo denaro,
ma se non regalo niente poi passo per avaro.

Al fine ho deciso di rispettare l'uso
che fa di dolci vari un vero e proprio abuso.
Sarebbe bella cosa, vista l'occasione,
che io ti regalassi un grande panettone.

Col cuore sollevato al fine l'ho comprato,
e poi tutto contento a casa son tornato.
Il guaio è cominciato leggendo l'etichetta,
che m'ha fatto venire problemi di coscienza.

Elenca grassi saturi,calorie e conservanti,
e tra le cose persino coloranti.
Che cosa mai dannosa ti stò per regalare,
e penso, questa roba, potrebbe farti male.

Infine impietosito dalle gravi conseguenze,
che avrebbe provocato il mio insano gesto,
pensando all'amicizia mi son sacrificato
e tutto il panettone a malincuor mi son mangiato.

Adesso son daccapo che cosa ti regalo?
regali e poi regali, che usanze sono queste?
Ti faccio tanti auguri per queste Sante Feste!

Luciano Vargiu - tratto da ROBYMILLELUCI

segnalata da ROBYMILLELUCI martedì 30 dicembre 2003

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categoria: Poesie

L'Apnea

Dimmi perché dovrei lasciarti ancora tempo
non sarò io a dirti dove, come e quando
Quando è così, la storia è gia chiusa
non serve più né l’imputato né l’accusa

La colpa dov’è, è far l’amore senza sentimento
lasciami qui, tu che trasformi il sorriso in pianto,
Hai già deciso
stai meglio fuori
Ti basta un sorriso
per conquistare nuovi amori

e mi lasci come un’ancora, incagliata proprio in fondo al mare
un relitto alla deriva, un aereo che non sa atterrare

perché sei tu
come l’apnea
mi spingi giù
mi lasci solo nella marea

Dimmi cos’è che fa cambiare direzione al vento
sarà che io sento di amarti ancora tanto
L’amore sai, se vuoi si frantuma
un anno fa, sembrava terra e adesso è luna

e mi lasci come un’ancora, incagliata proprio in fondo al mare
un acrobata in caduta, con le ali che le scioglie il sole
e mi lasci come un’ancora, una vela che non puoi spiegare
un satellite fuori orbita, come un ladro che non sa rubare

perché sei tu
come l’apnea
mi spingi giù
mi lasci il vuoto della marea
tu
sei la mia apnea
mi tiri giù
togli il respiro ad ogni idea

MaxDeAngelis

segnalata da Laurab mercoledì 21 dicembre 2005

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categoria: poesie

Si prega di chiudere la porta, grazie

Si prega di chiudere la porta,
grazie:
non vorremmo vedere i
nostri
sogni fuggire, svanire
le nostre certezze,
contaminate da fattori
esterni,
indegni.
Si prega di non gettare oggetti dal finestrino,
non vorremmo inquinare
l’altrui
quiete, il pensiero
dell’altro,
diverso, lascio la porta
aperta
piuttosto.
Nel locale è severamente vietato fumare,
annebbiare con prepotenza,
inquinare con strafottenza
la libertà di chi
ci è accanto, non ascoltando,
ignorando,
coperti da una coltre di
fumo nero,
denso.
Basta, sono stufo di
curarmi di chiunque, dei
suoi
diritti acquisiti,
chissà perché, poi, più importanti dei miei.
Ho deciso, me ne infischio,
d’ora innanzi solo io
esisto,
nessun altro,
non cercatemi neanche, non ci sono
che per
Dio,
ed una volta usciti
si prega di chiudere la porta,
grazie!

Vincenzo

segnalata da Faro venerdì 14 settembre 2007

stelline voti: 8; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Incosciente

Ritornando a casa mia
Guido piano ma la strada corre veloce
Attraverso la città,
senza meta e senza voglia di crederti più
tu non sei più tu,
hai già deciso come e quando tutto finirà
Cancellarti non so
Provo a odiarti però
Incosciente del dolore che c'è
Ogni strada è per me
Più distante da te
Resta niente.
Incosciente... sei dentro di me
Passa un giorno liquido
Nella notte conto sogni, vedo pioggia e tv
Cerco pace dove tu
Hai marchiato a fuoco i segni
Nel profondo e di più
Cerco un pretesto che
Fermi i ricordi sulle cose belle e la poesia
Cancellarti non so
Provo odiarti però
Incosciente del dolore che c'è
Ogni strada è per me
Più distante da te
Resta niente
Incosciente ... sei dentro di me
Cancellarti non so
Disegnarti perciò
E' incosciente ma è il bisogno che c'è
Forse è un attimo e sei già qui accanto a me
Da incosciente...
Tutto o niente...
incosciente... sei dentro di me...

Max De Angelis - tratto da 37 Minuti

segnalata da Laura domenica 22 luglio 2007

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categoria: Poesie

fa male sentire lo stridio del nostro cielo
ti perdi nascosta dietro un nero velo
le sporche anime stranamente si incontrano
dopo pochi istanti rapidamente si scontrano

Comportamento che tradimento ora mi mostra
La mano si ferma a ogni sospiro trema
la tua persona fuori dal solito schema
che fugge però ad ogni singolo problema

ti Stanchi di nuotare in una mente confusa
scocciato di scacciare queste rumorose fusa
aggiusti tristemente i peggio guai alla rinfusa
peccato troppo docile a cui non regge scusa

Pretendi risposte che chiariscono i tuoi dubbi
troppo contorti ed è il motivo per cui fuggi
gli occhi si spengono su colpe che tu aggiungi
fungi da baratro spezza distanze che allunghi

Rit.
Guarda come Viaggia la mia fantasia
Senti come non distrugge quest'agonia
Distruggi la magia di non essere più mia
Lascia che quest'aria sappia di malinconia
Adesso Piangi

Soffi su fuochi credimi già spenti
Sguardi danno voce ora ai sentimenti
lenti passano i meravigliosi silenzi
consumano i fastidiosi tormenti

Dono la preziosa vita in cambio del nulla
chiudo i miei occhi/dolce melodia mi culla
mentre una lacrima scende sul mio viso
accompagnata dal ricordo di un tuo sorriso

Angelo apri quella porta in paradiso
quando del profumo le lenzuola hai intriso
sai che la sofferenza mia hai deciso
ma sulla pelle ho il nome tuo inciso

Questa Notte cruda ti abbraccia fredda
con la speranza forse che in un sogno venga
Le tue carezze per me traccie d'utopia
Intanto io prego -si- portami via...

non io ;)

segnalata da aleksa giovedì 7 aprile 2011

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categoria: poesie

poesie la sicilia e t.v

Poesia
Sicilia
Quanta storia ti porti alle tue spalle
Quanti doveri hai compiuto
Tu ti destreggi ad opera
Di armi e coltelli.
Il mar mediterraneo da secoli punito
Nei suoi misteri di collorosso.
Le figure illustri che in quest’isola
Hanno dato,in un certo senso un’po’
Di cambiamento c’è stato.
C’è chi ha sparato c’è chi è stato arrestato.
Ma la vera società giusta dov’è?è colpa dei Normanni?…..

Poesia
La t.v.
Un piccolo schermo dal 1950
Quante cose ha trasmesso;
Balli,canti,varietà e cincillà.
Per quanto ancora essa ci stupirà,
Le reti sono controllate
E il canale sta per biasimare.
Il telecomando è stufo di girare e di annoiare,
Esso ha deciso di protestare.
Una rete mondiale,
Si ma quella per pescare
Tutte le cretinate
Che sono state acquistate e fregate.
La t.v. è una fantasia
È utile, ma si occupa del tempo previsto
Dai tg nazionali a chi lha visto
Giro canale
Scelgo la vita reale
Mi lamento ma pazienza
È lo stesso sensazionale.

Marco poeta siracusano - tratto da dai suoi brani poetici

segnalata da Marco sabato 27 dicembre 2008

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categoria: Poesie

Vertigini in volo

Lo sguardo si perde lontano laggiù
insieme al pensiero in cerca di aiuto,
ma sotto di me nient'altro rimane
che una folla in delirio
e la ia speranza è vana.

Volo in alto fino a raggiungere la mente
scavalcando ogni sorta di criterio
che mi porterebbe a dei ripensamenti
ed a tornare indietro sui miei passi.

ma proseguo la scalata,
avanzo menando calci al mondo
mentre sommerso da malinconici ricordi
mi accoltello l'anima
e tristemente affondo.

E mi arrampico più in alto
verso quella soluzione
che ho deciso di affrontare
perchè altro io non vedo.

Circondato di amicizie mi sentivo solo,
gridavo aiuto nel vuoto più assoluto
perchè il peggior sordo è chi non vuol sentire
ed il peggior cieco è chi non vuol vedere.

Mi hanno detto di prendere questa vita
guardandola più dall'alto e dall'esterno
perchè così si analizza meglio
senza farci travolgere dalle emozioni.

Allora io salgo e fra un po' sarò fuori
ma già da qui comincio a capire
che l'altezza mi dà alla testa
e le emozioni non le trattengo.

Fatevi avanti voi sconosciuti,
osservate il pazzo che grida distruzione
e se qualcuno ha un po' di cuore
me lo porga dalla sua mano,
Altrimenti aiutatemi a salire
per vedere me dall'alto
e se uno di voi è senza peccato
mi aiuterà a scagliare le mie pietre.

Sono arrivato! L'aria qui è più fresca,
ridona vita,tanta leggerezza
e vedo il mondo così piccolo e lontano........
....in verità sta ad un passo da me....
devo solo chiudere gli occhi e camminare.....
.....sperando poi di volare........

memmedesimo

segnalata da Daniele lunedì 30 marzo 2009

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categoria: Poesie

Li scarpi grosse

20 - LI SCARPI GROSSE

‘Ngè stia ‘na vota, a li tiempi antichi,
‘nzimma a ‘nu pajese re montagna,
n’ommo ricco cu’ terri, animali e massaria
ca’ ogniruno pi’ se ccirtamente vulìa.
St’ommeno pirò nunn’era contento,
ca’ la mugghiera soja nunn’era mai incinta,
pure si lu puveriddo si sfurzava
e rint’à lu lietto maje s’arripusava.
E siccome iddo nun barava a spese,
si jette a consigliare sigretamente
cu’ la mahara re lu pajese.
“Basta ca se vace a curcare cu’ n’omme
ca tene li pieri ruossi
e porta li scarpi re lu quarantasei,
ca aroppa a nnovi misi patri tu sei!!!”
Lu’ puverieddo, ca’ nun vulìa
lassari li terre soje a li parienti,
e pe’ tene’ ‘nu figghio
ca’ curasse tutti li bbeni ca’ tinìa cu’ li rienti,
se mettette a circare uno cu’ li pieri gruossi
peì tutto la pajese e alla fine re la jurnata
la pirzona ca’ carcao avìa truvato.
“ Si ti vieni a curcare cu’ mugghierema,
tutto chero ca’ mi circhi io te rao:
tornesi, ‘nu ciuccio, ‘na pecora o ‘na crapa,
e a tia la casa mia sempe s’arapa.
Senza decide chero ca’ vulìa pe’ la sciammereca,
lu biforco accettao la richiesta
e rint’à lu’ lietto se ficcao lesto lesto.
Quann’assette ra fora, lu massaro lu ringraziao,
ricenne c’ li rìa tutto chero ca’ cercao.
“ Sintiti, io tengo lu’ pero trentacinco,
e fratimo m’ rato li scarpe soje
ca’ iddo porta lu quarantaseio.
E piriche nun pozzo camminà comoramente,
si me rati li scarpi voste ca’ songo zeche,
me faciti contento overamente!!!”

TRADUZIONE

Un ricco massaro non può avere figli e va dalla maga del paese per trovare il giusto rimedio. La fattucchiera, che contava fesserie a tutti quanti, disse che non poteva avere figli perché portava le scarpe piccole, il trentasei. L’uomo si mise alla ricerca e finalmente trovò un giovane che portava le scarpe grandissime; addirittura il quarantasei. Lo convinse ad andare a letto con sua moglie promettendogli ciò che avrebbe chiesto: anche una capra o un asino. Poiché il giovane non aveva moglie e non faceva all’amore da mesi accettò subito. Finita la prestazione il massaro, contento di diventare padre, anche se il figlio che avrebbe concepito la moglie era di un altro, ma nessuno lo sapeva, gli chiese come poteva sdebitarsi ed il giovane così rispose: “Basta che mi dare le vostre scarpe che sono piccole. Io porto il trentacinque e con quelle che mi ha prestato mio fratello che porta il quarantasei, non posso camminare comodamente!!!”

Catello Nastro - tratto da Poesie Cilentane

segnalata da Catello Nastro martedì 7 giugno 2011


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