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poesie

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È angoscia,
il silenzio che giunge all’orecchio,
sei tu che non hai niente da dire,
son morte le parole.
Qua vive solo un lampo d’amore
un piccolo segno, e
rimpiango quei voli
vissuti con te.

Stefania Biscardi - tratto da i miei pensieri...

segnalata da Stefania martedì 31 marzo 2009

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Note d'amore

Sulle righe del mio sentimento,
ci sono le note piu nvere.
Nei miei pensieri componi i miei versi,
tu sei il palco dove poggia la mia fortuna,
e l'orizzonte dove sfoggia la mia anima,
ma soprattutto
l'opera piu bella
che al cuore di un artista
hai saputo incidere.
e sul disco della nostra esistenza
faremo una compilation di grandi momenti
e sulla copertina ci saranno i volti di una coppia felice
impressa per l'eternità.

Marco poeta siracusano - tratto da dai suoi brani poetici

segnalata da marco martedì 31 marzo 2009

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LI VECCHIARIEDDI

LI VECCHIARIEDDI

Li vecchiarieddi vuardano luntano.
A li vuerre, a la famma, a li stiendi,a
lu surore re la fronta pe’ affà esse
‘na vrancata re raurinio ra’ int’à la terra,
certi vvoti avara, certi vvoti pure matregna.
Vuardano a li figli crisciuti
‘ntiempi re’ vuerra cum’a li puorci
magnanno la farina re li gliandi,
li mmeli ancora acevere
ca cariano ‘nterra ra l’arbero
‘nzecculluto annanzi a lu purtone re la casa.
S’allicordano ca’ puri quanno murìa
‘na jaddina vicchiaredda
ca’ nun servìa mango a fare l’ ova la matina,
era ‘na festa pe’ tutta la casa.
Ardia lu’ ffuoco rint’à lu’ fucone
e se mettìa a volle pe’ tutta la jurnata.
La sera se facia festa.
‘Nu tuozzo re pane niuro,
‘nzuppato rint’à la vrora caura,
nu’ pezzettudo re carni tuosto cum’à na preta
e iddo ca’ se rusucava, chianu chiano,
cu’ chiri quatto rienti trumulianti,
li pieri arrappuliati re la jaddina.
Lu vecchiarieddo vuardava li niputi,
assettati a circhio annanzi a lu’ fucone,
aizava ll’uocchi a lu suffitto affummuchiati
e po’ ringrazziava a Dio!

Catello Nastro

TRADUZIONE
(dal dialetto cilentano)

I vecchi guardano lontano. Ricordano le guerre, la fame, gli stenti, il sudore della fronte per cavare dal terreno, certe volte avaro, certe volte addirittura malvagio, una manciata di granoturco. Guardano i figli cresciuti in tempo di guerra mangiando pane fatto con la farina con aggiunta di ghiande macinate, come i maiali, e le mele ancora acerbe cadute prematuramente da un albero poco produttivo davanti casa. Ricordano che quando moriva una gallina vecchia, che non serviva nemmeno a fare le uova ogni giorno, era gran festa. Si attizzava il fuoco nel camino, si poneva la carne con le ossa e le frattaglie in un paiolo di rame stagnato e si metteva a bollire per tutta la giornata. La sera era gran festa. Un tozzo di pane nero inzuppato nel brodo e qualche pezzo di carne duro come una pietra. Al nonni toccavano le zampe della gallina, la testa, il collo e le parti meno prelibate. Le parti migliori venivano date ai bambini. Il vecchietto guardava i nipoti che crescevano, alzava gli occhi al soffitto pieno di fumo e poi ringraziava Iddio.

Catello Nastro - tratto da POESIE CILENTANE

segnalata da Catello Nastro lunedì 30 marzo 2009

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Vertigini in volo

Lo sguardo si perde lontano laggiù
insieme al pensiero in cerca di aiuto,
ma sotto di me nient'altro rimane
che una folla in delirio
e la ia speranza è vana.

Volo in alto fino a raggiungere la mente
scavalcando ogni sorta di criterio
che mi porterebbe a dei ripensamenti
ed a tornare indietro sui miei passi.

ma proseguo la scalata,
avanzo menando calci al mondo
mentre sommerso da malinconici ricordi
mi accoltello l'anima
e tristemente affondo.

E mi arrampico più in alto
verso quella soluzione
che ho deciso di affrontare
perchè altro io non vedo.

Circondato di amicizie mi sentivo solo,
gridavo aiuto nel vuoto più assoluto
perchè il peggior sordo è chi non vuol sentire
ed il peggior cieco è chi non vuol vedere.

Mi hanno detto di prendere questa vita
guardandola più dall'alto e dall'esterno
perchè così si analizza meglio
senza farci travolgere dalle emozioni.

Allora io salgo e fra un po' sarò fuori
ma già da qui comincio a capire
che l'altezza mi dà alla testa
e le emozioni non le trattengo.

Fatevi avanti voi sconosciuti,
osservate il pazzo che grida distruzione
e se qualcuno ha un po' di cuore
me lo porga dalla sua mano,
Altrimenti aiutatemi a salire
per vedere me dall'alto
e se uno di voi è senza peccato
mi aiuterà a scagliare le mie pietre.

Sono arrivato! L'aria qui è più fresca,
ridona vita,tanta leggerezza
e vedo il mondo così piccolo e lontano........
....in verità sta ad un passo da me....
devo solo chiudere gli occhi e camminare.....
.....sperando poi di volare........

memmedesimo

segnalata da Daniele lunedì 30 marzo 2009

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Insieme per sempre.

Dammi la mano, corriamo.
Ho il cuore che batte forte,
ssst…nascondiamoci dalle botte.
Vieni, dammi la mano.
Il buio non ci prenderà,
l’uomo cattivo non ci picchierà.
Stammi vicino, ho paura…fratellino.
Gli occhi delle stelle illuminano
il cammino, stammi vicino.
Attento, cado…ho tanto male,
scappa, non restarmi legato
Non piangere fratellino, eccomi a pochi metri da te.
Presto sarà mattino, e
ti porterò a giocare
sui prati aldilà del mare, con il pallone
e sogneremo di volare
e tanti gol, da fare.
Stringi la mia mano, sorridi piano,
lo sai che ti amo…
Piove. No!
Sono le stelle, che piangono per noi.
naida santacruz

naida santacruz

segnalata da naida santacruz sabato 28 marzo 2009

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