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poesie

In questa categoria oggi sono state inserite 30 poesie.


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Basta così

Basta solo un attimo
ad infrangere un sogno
nato come d'incanto
in un altro magico attimo.
E tutto ritorna incolore,
smorto, velato,stordito, finito.

E l'anima
così percossa e sola ormai,
comprende
quanto tutto sia
effimero, fragile, inafferrabile.
Hai creduto,hai gioito,
ti sei messa in gioco
e tutta te stessa hai offerto.
Ancora non credevi
alla leggerezza umana
o ti credevi forte
per affrontarla ancora...

Dici "basta così, non sarò più io,
non lascerò più che qualcuno
possa ferirmi e passare oltre,
sarò un' altra, sarò indifferente,
roccia, senz'anima".

Sbagli....
no, non ci si abitua
al senso di vuoto che lascia
un'invana attesa.

RitaS

segnalata da RitaS lunedì 28 dicembre 2009

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Fuga dal nulla

Raffiche…raffiche
controvento...
Corro….il fiatone!
non devo inciampare
su sassi e gradini
non posso cadere…
La corsa si ferma…
mi giro, braccata
riprendo, sfiancata.
Una fitta…una fitta...
la luce mi acceca,
il vento che taglia
la gente…la folla…
pugnali affilati,
è troppo, è troppo…
E cerco vittoria
sul tempo e lo spazio,
e mastico... mastico
rabbia spezzata
frammista a volere.

RitaS

segnalata da RitaS lunedì 28 dicembre 2009

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Ad occhi chiusi

Fuori da mura strette,
fuori da grave materia,
viaggio nella mia dimensione,
quella più pura, più viva,
così vagamente profusa.

Il fascino di abbandonarmi
svincolata da sì piatte forme,
sgombra da ogni mio greve,
parto per luoghi ardenti...
... quei paesaggi densi,
vividi nei colori
e caldi nell'alitare,
lontani, al di là del mare.

A piedi nudi volteggio
su immensi tappeti di sabbia,
soffici e vellutati,
come impalpabili fiori.
Leggiadra nuoto nell'aria
coperta da un complice velo,
che, appena ondeggiante,
carezza le forme sinuose.

Mentre, sirena, io danzo
tracciando anelli di brama,
magiche sagome d'aria e colore
da me si dipartono, lente,
e poi si dissolvono, ai venti.

I sospiri sollevano sabbia,
più che nebbia un vortice nasce.
Del vortice mi vesto
se voglio celarmi al tuo sguardo.
Invece, col vortice stesso
una trappola io forgerei
per farti gustare, beato,
avvolti in sublime tepore,
riccioli di dolce ardimento.

RitaS

segnalata da RitaS lunedì 28 dicembre 2009

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Viaggio

Ho cavalcato la sera, soave,
verso un richiamo di luce
per le parole già dette
e per quelle che sono nell'aria.
E' l'aria che assorbe i colori,
io la respiro... come una brezza
in un giorno stagnante,
carezza sul collo,
gaio sollievo sulla mia pelle.
Rincorro l'arcobaleno,
sfuggente fantasma notturno,
con l'indaco intenso e sublime
che abbaglia i miei occhi rapiti.
E, ancora, l'oceano immenso
a regalarmi le onde,
acqua che vive, che pulsa,
che inonda e poi affonda...
le onde, e correnti infinite
che spingono i sogni
al di là del respiro.
Le mani che creano, tese,
morbide pieghe,
dove riporre i segreti,
velluti soavi e suadenti,
tessuti di trame sottili e possenti.
Si librano in volo le mani...
e foggiano, ancora,
impavidi gesti e densa poesia.
Raccolgo opaline conchiglie
con l'eco dei grandi misteri,
suoni incantati, note vibranti,
e collane di gemme pregiate
...forti riflessi dai vivi colori.
Mi perdo e mi trovo,
al di là dei vasti confini,
oltre ogni stagione,
ogni giorno qualunque,
e cerco le orme leggere,
i segni lasciati al suo passo
da splendida e indomita fiera.

segnalata da RitaS domenica 27 dicembre 2009

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Un fagotto

Ho fatto un fagotto
di fiabe e fandonie,
di luoghi comuni,
di frasi già fatte.

Ci ho messo i racconti
di mamme e di nonni,
le mode e i clichè
le fedi e gli inganni,
e ogni illusione
inventata per l'uomo.

Ho aggiunto entusiasta
le facili lodi
di chi non ascolta,
lusinghe sfacciate,
mielose preghiere,
i versi cantati
con le belle rime,
proverbi, rimedi,
scongiuri, bugie.

Il peso degli occhi
coi loro giudizi,
le dita puntate,
i ridicoli gesti
di chi non ha voce
per farsi ascoltare,
gli intrighi e le trame
per farci inciampare.

Gli stili pomposi,
la forma perfetta,
le pillolette
che danno saggezza,
la voce impostata
per fare più effetto,
i sorrisi stampati,
i falsi e cortesi,
i modi affettati
e il sottile bon ton.

E nella mia foga,
ancor più decisa,
ho tolto i cimeli
dal vecchio baule,
i futili segni
dei tempi passati,
carcasse ormai erose,
inutili pesi.

Che leggerezza
improvvisa, inattesa,
se avessi saputo
lo stato beato
ci avrei già pensato
prima ancor di capire.

RitaS

segnalata da RitaS domenica 27 dicembre 2009

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