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In questa categoria oggi sono state inserite 16 poesie.


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Abbandono

Mi sento come una mela spezzata
Che ha perso per sempre la sua metà lontana.

La solitudine è davvero
Più fredda del freddo più freddo.

Marco Buso - tratto da Poesia personale

segnalata da Marco Buso venerdì 16 giugno 2006

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Amore non è amore se muta quando scopre
un mutamento o tende a svanire quando l'altro
s'allontana. Oh no!
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.

W.Shakespeare

segnalata da Giulietta mercoledì 14 giugno 2006

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La città del silenzio

La luna che luccica
Sulla città del silenzio
È come il suo volto,
Che tanto amo invano.

Il vento che mi accarezza,
Che mi sfiora e poi mi abbandona,
È come i suoi capelli,
Di cui per poco sentii il profumo.

Ed ora le stelle, il buio del cielo
Mi sembrano inutili e senza senso,
Perché lei non è qui vicina a me,
E so che mai ci sarà.

“Ma l’amore non è
Che una fugace illusione,”
Mi sussurrano gli alberi lucenti
Che oscillano lungo la via.

“L’amore non è che la luna
Che passa nel mare del cielo,
E che poi se ne va,
Alla fine della notte.”

Ma allora, perché sto così male?
Perché riesco a sentire il suo dolce respiro,
Perché posso vederla qui, così vicina,
Anche se la so così lontana?

Oh, no, voi non sapete cos’è l’amore,
Voi non potete saperlo, perché voi non potete amare,
E io non vi presterò più ascolto,
Alberi passivi nella mia sofferenza.

Io non vi ascolterò più,
Anche se questo vorrà dire
Vivere per sempre nel tormento
Di non poterla stringere a me.

Io non vi ascolterò più,
Anche se questo vorrà dire
Tornare per sempre a casa da solo
Nella notte più fredda che mai.

Marco Buso - tratto da Poesia personale

segnalata da Marco Buso mercoledì 14 giugno 2006

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Io... ragazzo del '49, I parte (Omaggio a Israele)

Qualunque sia il mistero
del tuo fascino antico...

e la ragione della tua forza
spirituale immensa,

che resta evocata dai templi
e dall'unità dei tuoi figli...

Ovunque la voce giunga
del Signore al popolo orante,

sulle rovine di un passato
ancora tremante di storia

e di incendi di guerre...
Fino a dove lo sguardo

si getti incontro al futuro,
per l'umanità e la civiltà...

Al vertice dei pensieri
miei ammirati, ci sei tu...

Israele! Stella del mattino
e anelito dell'Occidente,

dopo i lutti e le rovine
di infinite guerre...

Amore e speranza
di vita rigenerata,

vincente sugli abomini
e sulle sofferenze...

Tu, benedetta da Dio
sei per sempre, Israele.

Eppure odo un vento,
continuamente...

sibilare impetuoso
e gelido da Oriente,

come per sconsacrare
quelle fragili spoglie

cui non si è potuta
nemmeno dare

pietosa sepoltura...
Il nuovo oltraggio

incombe minaccioso.
Come evitarlo

e come far cessare,
per sempre, l'orrore?

Me lo sto chiedendo
e rimedito il passato,

perché anch'io, Israele,
sono stato tuo nemico.

Anch'io, contro di te,
da giovane ho peccato...

Me lo ricordo, sì,
l'errore di un ragazzo,

dalla poca vita fuori
e tanti sogni dentro...

La vita di un tipo
un pò controcorrente...

ed era quasi per riscatto
dalla routine uggiosa

delle cose insignificanti
di tutti i santi giorni,

che l'orizzonte s'infiammava
allora improvvisamente...

Fine della prima parte.

FernyMax - tratto da riflessioni d'ora & allora

segnalata da FernyMax martedì 13 giugno 2006

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Io... ragazzo del '49, II parte (I falsi miti)

(che l'orizzonte s'infiammava
allora improvvisamente...)

di figure luccicanti
dalle splendide uniformi

in parate suggestive,
con riferimenti storici

e ambiziosi traguardi,
capaci di rendere

noi giovani le prede
designate di propagandisti

di falsi miti di gloria
col saluto romano...

Cui s'aggiunse pure
la suggestione

di quei militi perfetti
al passo dell'oca,

con la svastica al braccio
in campo bianco e rosso...

dominati da una volontà
di assoluta grandezza

per la patria e l'onore,
fino al sacrificio estremo,

con il culto del sangue
reso alla terra madre,

"eroi" incuranti di sé,
nel dono più totale...

Un paradiso guerriero
di membri senza macchia,

ove gli organi coesi
dell'intera nazione

potevano collaborare
al sommo bene comune.

Il singolo attraverso
il valore del cameratismo

ritrovava in sé stesso
la forza delle legioni,

senza la frattura di classi,
o conflitti intestini...

Io ancora mi guardo
dentro... come allucinato,

e forse inconsapevole
di essere arrivato

quasi molto vicino
a perdere la ragione,

a causa, probabilmente,
solo delle più banali

esplosioni ormonali,
da cui è così normale

vengano presi i giovani...
senza alcuna distinzione

di schieramento ideale,
perché l'estremismo

è sempre fine a sé stesso
e in fondo non è il colore,

ma la violenza di per sé
la cosa da condannare...

Ne sono uscito, grazie a Dio.
Spero di essere un adulto

e che tutto sia passato...
nulla di più e nulla meno

di come ve lo abbiamo
appena raccontato...

io & la mia anima,
che ora ci rallegriamo,

così, semplicemente...
del pericolo scampato.

Fine della seconda parte.

FernyMax - tratto da riflessioni d'ora & allora

segnalata da FernyMax martedì 13 giugno 2006

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