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poesie

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COME DIMENTICARE

Come dimenticare
il tuo viso sul mio,
quando i nostri occhi
si incontravano?
Come dimenticare
le tue carezze sul mio corpo
e i brividi che
lo hanno attraversato?
Come dimenticare
il sapore delle tue labbra
e il profumo
della tua pelle?
Come dimenticare allora
di averti amato?

Valentina (io) - tratto da me stessa

segnalata da Valentina giovedì 10 gennaio 2008

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cosa sara'

chissa' se esiste o meno la posibilita' di vivere felici in questa vita,questo assurdo arco di tempo che non fa altro che regalarci momenti tristi racchiusi in giorni cupi....intanto sorridiamo cercando di mostrarci felici,ma siamo consapevoli che dietro il caldo sole si celano grosse,scure e compatte nuvole,siamo reduci ogni giorno di spiacevoli attimi,all'improvviso tutto cio' per cui abbiamo lottato cessa di esistere lasciandoci addosso il sapore amaro della sconfitta.....ma forse un giorno tutto sara' diverso,vivremo felici e soddisfatti di noi stessi in un posto dove non esisteranno dolori,dove finalmente potremo rincontrare tutti coloro che abbiamo amato,guardando tutto dall'alto tenendoli per mano...

daniela 83 - tratto da "la mia vita"

segnalata da dana83 giovedì 10 gennaio 2008

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Il futuro che verrà

Il futuro che verrà sarà bello? Chi lo sa?

Se lo chiedo al menestrello, lancia in aria il suo cappello.
Se lo chiedo al farmacista, mi diventa un pò un artista;
Se lo chiedo poi al monello, non lo sa neppure quello.

Del futuro stranamente, non mi sanno dire niente.

Sarà vero pure questo
il futuro è un po’ indigesto,
sullo stomaco ci resta
quel che non rimane in testa.

Il futuro è un manifesto
che ti vuol tener desto,
ma se è troppo nella mente
ti dimentichi il presente.

Il futuro che verrà sarà bello? Chi lo sa?

Mi risponde il menestrello intonando uno stornello:

Son felice di abitare il presente in riva al mare
e del mio futuro sò, che riavrò quello che ora dò.

Cleonice Parisi

segnalata da Cleopa giovedì 10 gennaio 2008

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La filastrocca del Seme

Si apriron del viver le mani certe
e ti fu offerto il seme della sorte;

In terra brulla tu trovasti culla,
e nel cantar la nanna
ne decretasti inver la sua condanna.

Non dorme seme che ha trovato terra,
ma ha inizio in quel momento la sua guerra;

Non è nel seme preso la certezza
ma è in quel che ci vedrai la tua carezza;

Se filo d’erba avrai negli occhi e cuore
quel seme di quel dir avrà sentore;

Ma attento che non sia così la cosa,
quel seme deve adire ad altra posa;

Che venga al mondo stabile sentiero,
nel cuore di una quercia è l’uomo vero.

Pertanto quando il viver darà incertezza
in te dovrai guardare con franchezza;

Ipocrita è chi del suo mestiere,
condanna chi non ne ha alcun dovere.

Cleonice Parisi

segnalata da Cleopa giovedì 10 gennaio 2008

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Il Vento e L'Arnese - Filastrocca

E’ il Vento chiese:

Dove poso quest’arnese?
Con me non lo posso più portare
quasi, quasi lo butto in Mare.

E fu così che cadde a fondo
quel seme che nel cuor cercava il mondo
e invece della terra come culla
trovò ad aspettarlo solo il nulla.

Ma il mare stanco di ricever cose,
al Vento un po’adirato un dì rispose:

Di ogni arnese son io a far le spese,
mi stai facendo inquietare, questo seme qui non può stare!

E così dicendo,
ributtò quel seme al Vento.

Ed ora dove poso questo arnese?

Di nuovo il Vento nel dir riprese.

Con me non lo posso più portare,
ora nel fiume lo faccio scivolare!

E fu così che cadde a fondo
quel seme che nel cuor cercava il mondo
e invece della terra come culla
trovò ad aspettarlo solo il nulla.

Il fiume nel rimescolio latente,
del seme non ne volle saper niente:

Già è tanto il mio penoso trasportare,
del Vento i pesi, io non voglio portare.

E così dicendo,
ributtò quel seme al Vento.

Che Tormento, che Tormento!

Disse ormai stanco il Vento.

Questo seme, non voglio più portare,
a chi lo devo dare?

E fu così che una voce bella
risuonò nel suo cuor come una campanella.

Son seme, io cerco solo Terra.

E il Vento quel dì comprese,
che fine dovea fare quell’arnese.

Lo trasportò fin sulla terra
e in quelle calde braccia
il seme trovò serra.

Per ogni arnese esiste già un paese,
ma solo nell’aver cercato tanto
il Vento il suo egoismo avea infranto.

Cleonice Parisi

segnalata da Cleopa giovedì 10 gennaio 2008

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