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categoria: Poesie

Rizoma Di Rinascenza

Rizoma Di Rinascenza

Movimento tellurico
nel cuore,
marea di negative
foschie torve,
moviole rarefatte
a intermittenza nell'anima,
copiose lacrime sorde cristallizzate,
polline gridellino
nel vento di bufera,
petali di fiori innocenti
strappati dispersi
sul terreno mescidato
con zolfo,
steli spezzati con mano
unta di bile guizzante,
ricordi schiaffeggiati
dal baleno del dolore
sull'altalena della
mia vita!
Ma a che serve il lamento
se lo ascolto solo io?
A che serve piangere
se lo ascolto solo io?
A che serve stare male
per soffrire di più!?
Alzerò lo sguardo
verso il futuro
e ricomincerò da capo!
Nel ruggito del nuovo io
riflesso nel cercare
la mia vita vergine
nel rinascere
su policromi arcobaleni
di rugiada sfavillante,
che vale più
di questo salto nella fossa dove i leoni del duolo
non aspettano altro
che divorarmi boccheggiante!
Mi alzerò dal suolo di zolle,
mi asciugerò il viso
con raggi di stelle
e accosterò la mia figura
a unguenti ai fiori di bach.
E volitiva uscirò
dalle parentesi
che mi sostano
legandomi al nodo
del tempo annientandole,
abbraccerò giulivo
il domani come
se fosse la prima volta
e rincorrerò la mia essenza, che vale più
della mia assenza
in questa astratta sospensione del mio essere
che imprigiona solo
la mia volontà
di rinnovare il mio fato in
rizoma di rinascenza!

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra sabato 29 gennaio 2022

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Ghò verto

Ghò verto
 un cassetto
E me xè vegnuo
In man
Nà fotografia
Me xè vegnuo
Fora ricordi
Con ea nostalgia
Ricordi de anni
E dai tempi lontani
Ricordi de all'ora
Mà che ancora
Ancu eo i me onora
Mi me ricordo
Ghò vogà
Con veci campioni
Che i gaveva ea forsa
De tanti leoni
Parlando de gare
De regate dè mare
Che solo a Venessia
Ancora se fà
Anca perchè sò 
Sora d'età
Ma mi mè ricordo
Perchè ghò vogá
Ghò vogà
Con i Strighetta
Con lo Ciacci e Chinica
E con Fungher 
Lino Beppi e Palmiro
I vogava fin all'ultimo respiro
Ghe Gera i veci Vignotto
Ma perchè i vinseva 
Ghe voleva un terno all' lotto
Ma el numero uno
Gera 
Vianello Gianfranco
Detto Crea
Perchè de regate
El ghe nà 
fate nà marea
E le ghà vinte
Quasi tutte
Portando a casa
L'unica bandiera 
con le tre punte
Mi ghò vogà
Con gondole vecie
E con gondole nove
Ma chè ancora adesso
Le piane sè muove
De regate n'è xè tante
Ma solo al primo 
Ghe và le esultanse
Onori e bandiere
Riva fin al quarto
Ma el pensiero
Mio
Xè sempre
In alto.

Radames.Papalone - tratto da da mè diretto

segnalata da Radames venerdì 20 dicembre 2013

stelline voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

"Dimentica tutto.
La carezza
disusa all'amore.
Dolce
in morbido abbraccio
e audace
in estasi frizzante
di piacere.
Dimentica l'amore
che non sai più donarle.
Profumo di un incontro
con donna che nasconde
morso di nostalgla.
Evocativo immaginario
di indiano sandalo
delicato alone.
Cocchiere
nel mondo sognante
dell'"erba voglio".
Dimentica
quella donna
leonessa.
Ruggiva forte
dirompente passione.
Dimentica
quella voce
tra la folla.
Metteva alla prova,
curiosa,
tua sottigliezza
di desiderio,
limite di apertura
a soluzioni intriganti.
Dimentica
quella sublime
comunanza di spirito
oltre la ragione
ed il piatto pensiero.
Dimentica
questo amore
impossibile
come possedere
altro da te.
Bella la notte
ma perché sognarla?
Non guardarmi cosl.
Non sono un tuo sogno...


" in memoria del mio caro nonno..Pasquale"

Simona

segnalata da simona martedì 8 ottobre 2002

stelline voti: 11; popolarità: 1; 1 commenti

categoria: Poesie

nasseriya

Nasseriya

La vita.
L’esistenza.
La morte.
Che scorrere, mai certo, sconcerto, sempre.
Morire. Quando, perché.
Fai, costruisci, erigi, rompi, distruggi, per cosa.
Mai chiedere. Non chiedere. La risposta può far male, tanto.
Io, figlio, padre, povero, ricco, chi sono, cosa sono.
Come sto, quando vivo, per cosa vivo.
Credo, non credo, perché… faccio, obbedisco, sempre… o quasi.
Assorbo quello che posso, elargisco quanto posso. Normalmente.
Sensazioni belle, brutte, definite, indefinite.
Penso. Questo è il dramma. Non dovremmo, ma dobbiamo, per restare vivi.
Vivi, ma per cosa.
24 ore al giorno, ti chiedi, ti imponi, rifletti, obbedisci.
I tuoi superiori, nel piccolo e nel grande. I superiori.
Vai, fai, e… torna.
Ma se non torni… è uguale, certo.
La differenza è che sei un eroe, per tutti.
Quasi per tutti, forse per coloro che ti devono considerare tale, perché è comodo, per tamponare le parole di disprezzo, di costernazione, di debolezza, di umana considerazione.
Ma i tuoi, quelli che contano, per loro, semplicemente, non ci sei più. Forse anche un eroe, ma non ci sei più. Solamente… ti ricorderanno.
Meglio un figlio “normale” vivo che un “eroe” morto.
Della pecora forse non apprezzi nulla, ti limiti a vederla, nella sua semplicità, nella sua modestia, nella sua limitatezza.
Del leone lodi la criniera, la forza, la fierezza… che fu.
Per me padre, si, è vero.
Per me uomo, no.
Ho lottato, e lotto per vivere, ma per cosa.
Voi avete vissuto e lottato per noi, per loro, per tutti.
Avete dato un senso alla Vostra esistenza, breve, troppo breve, ma intensa, troppo intensa.
Potessi mi cambierei con uno di Voi, che certo avrebbe da dare in misura grande.
E invece io sono qui e Voi in una bara, magari bella, di noce, preziosa, ma distesi, senza un alito di vita. Morti. Senza appello.
Meglio soli, in un viale coperto di foglie fradice, e col vento che ti sferza il viso, ma vivi, che esanimi, accompagnati nel fatidico viaggio da migliaia di persone, magari con un bel sole…
Non lo so. L’incertezza mi pervade. Però a me il vento e il freddo piacciono… e poi, non sono un eroe, non lo ero, e non lo sarò mai.
E le lacrime rubano spazio al raziocinio, fino ad esaurirsi, fino allo sfinimento, fino al dolore, che ti avvinghia il cervello, e ti fa capire tante cose che prima non prendevi neppure in considerazione.
Siete morti per un’azione selvaggia e sconsiderata, consapevoli del rischio, e forti nel viverlo.
Ora i forti devono essere quelli che restano. Non è facile, ma è più facile.
Per qualche giorno resterete eroi, poi forse neanche storia. Per quella ci vogliono i grandi numeri.
Nel cuore degli umili forse un po’ di più. Per adesso le lacrime, anche le mie.
Se è vero che esiste un altro mondo, etereo, costruito apposta per le disgrazie, allora Vi auguro di passare l’eternità con quella serenità che di sicuro non avete avuto finora.

Bruno

bigbruno - tratto da pensieri

segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005

stelline voti: 14; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Io... ragazzo del '49, III parte (Minaccia da Oriente)

(così, semplicemente...
del pericolo scampato.)

Io forse l'ho scampato,
ma altri non saprei...

perché la storia è adusa
a ripetere i suoi errori.

Gli ebrei della Diaspora
sono tornati ai loro

biblici territori...
ma altresì provocando

il malessere dei popoli
ormai subentrati,

anche storicamente,
nella proprietà dei luoghi.

Gl'indigeni non sanno
dovere rinunciare

a esser nazione e stato
sovrano ed integrale...

Ecco per quale scopo
parecchi arabi son pronti

a sacrificare sé stessi,
in un nuovo supremo

olocausto di fede,
ma anche d'amore e morte

e distruzione totale...
contro quegli stessi,

ironia della sorte,
che pochi anni prima

l'avevano subito
come terribile infamia

di crudeltà della storia!
Ora il vento del deserto

ha lo spaventoso ruggito
del leone d'Oriente

redivivo, cui
s'aggregano le fiere

voci dell'Islam
fondamentalista

riunificato sotto
le bandiere della Jihad,

la guerra santa
del riscatto mistico

contro gli infedeli...
L'offesa va lavata

nel sangue del nemico...
e la maledizione di Caino

si perpetuerà nei secoli
senza redenzione, né pace...

Eppure io ci ritrovo
qualcosa di familiare...

Vedo il riscatto di un popolo
attraverso i valori guerrieri,

come l'Italia e la Germania
degli anni trenta e quaranta...

Fine della terza parte.

FernyMax - tratto da riflessioni d'ora & allora

segnalata da FernyMax martedì 13 giugno 2006


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