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categoria: Poesie

Pescia-Lucca


Ho vissuto
nelle città più dolci della terra
come una rondine passeggera.
Lucca era
un nido difficile tra le vigne
impolverate, in fondo a bianche strade,
donde sarebbe traboccata
con ali troppo folli
pe' tuoi cieli molli, Toscana,
antica giovinezza.
Malcerta ebbrezza, malcelata infanzia
lungo le case di Lunata
sfiorate in un tram accanto al guidatore,
la morte è questa
occhiata fissa ai tuoi cortili
che una dice sorpresa
facendosi solecchio dalla soglia:
e' nata primavera,
sono tornate le rondini.

Piero Bigongiari - tratto da Le mura di Pistoia

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La terra e la morte

Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate

Cesare Pavese

stelline voti: 13; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

All’Automobile da corsa

Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti, di prede siderali
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!
Che importa, mio dèmone bello?
Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi!
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali

O montagne dai freschi mantelli turchini!
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!
Su questo mio mostro impazzito!
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia
e il tuonar de’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?

Accetto la sfida, o mie stelle!
Più presto! Ancora più presto!
E senza posa, né riposo!
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

Filippo Tommaso Marinetti

stelline voti: 16; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Fumatori di carta


Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan si che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.

Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.

Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent'anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. Imparò a lavorare
nelle fabbriche senza un sorriso. Imparò a misurare
sulla propria fatica la fame degli altri,
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi,
traballanti fantocci sperduti. Era giunto a Torino
un inverno, tra lampi di fabbriche e scone di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini
lo accertassero e al mondo ci fosse giustizia.
Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta. Sentivano in sè
tanta disperazione da vincere il mondo.

Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni,
vegliavamo a una luce mancante. Ii fratello studiava
su un inutile tornio costruito da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.

D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,
far la libera fame, rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.

Cesare Pavese

stelline voti: 32; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione

Gabriele D'Annunzio

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categoria: Poesie

buio fondo

Torna al tuo posto ed io al mio
non dimenticherò il sorriso
che mi regalavi
quando io poggiavo il mio cuore
nei tuoi segreti
rimmarrai per sempre l'anima
che ispira i miei più intimi ricordi e k dona al mio mondo la voglia di vivere

kira

segnalata da kira mercoledì 29 luglio 2009

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categoria: Poesie

Fino in fondo

Dai tutto te stesso...
...non mollare mai.
...Dai tutto il meglio
non ti fermare...
Un giorno ho avuto un sogno
nel quale ero una persona diversa...
Fai ciò che ti fà battere il cuore.
Non sò dove
questo sentiero mi condurrà...
Ma voglio camminare
proseguirlo, viverlo
fino in fondo...
Magari alla fine
troverò te'.....

Alessio Calzino - tratto da Pensieri- Frasi- Parole.!

segnalata da Alessio Calzino lunedì 16 gennaio 2012

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categoria: Poesie

Morire è facile

Pensando a fondo si può capire che l'azione più facile che si può compiere è morire, dal momento che vivere è difficile

Angelo Gasparini

segnalata da gelo93 giovedì 3 settembre 2009

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

io delusa?ma che caxxo dici??!! in fondo eri solo la mia vita!

ciccina...

segnalata da ciccina... domenica 18 luglio 2004

stelline voti: 7; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

Una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire... ma io prendo la pala e comincio a scavare.

segnalata da bloom mercoledì 6 giugno 2007

stelline voti: 20; popolarità: 3; 0 commenti

categoria: Poesie

Se segui qualcosa che ti scombussola ti conviene andare sino in fondo. Se fai finta di niente, non saprai mai che cosa ti sarebbe potuto succedere, e per molti versi questo è peggio che scoprire di esserti sbagliato sin dall'inizio. Perchè dopo uno sbaglio puoi continuare a vivere, ma se non altro non hai il rimpianto di non sapere come sarebbe potuto andare

Nicholas Sparks - tratto da Le parole che non ti ho detto

segnalata da Phombe martedì 13 aprile 2004

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categoria: Poesie

cose che fai,
che sai'
che dici...
un giorno si... e due no.
Piangi, ridi, soffri e soffochi tuttto, tutti nel fondo più fondo che c'è... E poi ridi ancora ridi...

io

segnalata da chiara lunedì 16 giugno 2003

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Sto cadendo,sto precipitando e solo tu ne sei responsabile in qualche modo. E..solo tu potresti salvarmi,farmi uscire da buio e dal dolore che sento...Ti amo da impazzire,aiutami a non raggiungere il fondo amore mio.

valentine

segnalata da valentine giovedì 20 marzo 2008

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

amami dolce ragazzo abitante di quella casa in fondo a quella lunga via, amami guardatore di stelle, amami sognatore di chissà quale lieto fine, amami per il solo piacere di amarmi, o semplicemente amami perchè io ti amo.

vero love dreams

segnalata da vero love dreams giovedì 19 giugno 2008

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categoria: Poesie

Aforisma

Quel virus scenderà fino in fondo al nostro essere per provarci fino alla morte in questa fossa di dolore, ma risaliremo più forti e vincenti di prima poiché di speranza e amore il nostro plasma è formato nella forza della vita, per pulsare nel cuore della vittoria su esso!

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra mercoledì 5 maggio 2021

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categoria: Poesie

Aforisma

Un rapporto d'amore non è fondato su ordini e obbedienza ma bensì da rispetto e comprensione nell'amore che si prova in quelle quotidiane condivisioni che legano i cuori per la vita plasmando armonia e complicità nella felicità provata!

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra giovedì 31 marzo 2022

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categoria: Poesie

Aforisma

Il respiro del tempo attraversa i miei anni intersecati ai tuoi congiunti verso l'infinito del nostro peculiare amore, vero paradiso eterno quanto raro come il nostro forte impulso di appartenersi in quella libertà di essere noi stessi, vivendoci fino in fondo in tutte le stagioni dei nostri sentimenti, fiamma viva del nostro cuore!

Laura Lapietra

segnalata da Aforisma lunedì 14 dicembre 2020

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categoria: Poesie

Mamma

Mamma, la più bella parola del mondo, la più bella parola d'amore che possa mai esserci, un'infinità di significati profondi racchiusi in un'unica persona lei dolce profumo indimenticabile che sa di giardino di rose fiorito nell'anima del nostro destino che sa di vita vera, e ancora molto molto di più e amore puro, autentico, indescrivibile!
Colei che ad un semplice sguardo fuggente del proprio figlio risponde con un bacio caldo nelle sue carezze più sentite, colei che vorrebbe stringere forte al suo petto trattenendo nelle sue braccia per sempre l'unico tesoro importante, e che per esso darebbe la propria vita ma a sua volta trova la forza nel dargli una spinta e dirgli "Vai!" solo per il suo bene. Colei che sbaglia ma per troppo amore, in lei la tenerezza delle sue effusioni da donare nella sua sensibilità, quel bacio della buonanotte nella quiete del silenzio che il sonno trasmette, colei che nelle notti insonne non conta le ore ma i respiri del proprio figlio, dolce mano che dona sicurezza incoraggiando nei passi della vita la forza dell'avventura in ogni circostanza, quel rifugio e conforto sicuro nelle lacrime delle delusioni che si incontrano inevitabilmente nel camino. Saggia educazione nello spirito introducendo e proiettando nel mondo il cuore che cura amorevolmente in quello che è la realtà, e mentre veglia incessantemente tenendosi da parte mentre tutto vede ma nel contempo tace, soffre ma sorride trovando il tempo per mille lavori per il benessere del proprio figlio non curandosi di chiedere in cambio un semplice "Grazie".
Con grande tenacia non molla mai la presa, anche quando sommersa da grandi sacrifici!
Auguri mamma, auguri per quello che rappresenti per l'amore che sai mantenere e dare senza sosta, senza riserve!
Auguri per te mamma, che non ti risparmi mai, auguri speciali a te nel giorno della tua festa, tu che conosci fino in fondo nel profondo del tuo cuore l'emozione di cosa vuol dire davvero essere e sentirsi chiamare mamma.
Auguri a te che non fai mai pesare l'importanza che rappresenti in famiglia e nel mondo, ma che vuoi essere fin in fondo da quando hai deciso di esserlo, per scelta e per amore!

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra venerdì 7 maggio 2021

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categoria: Poesie

quanto tempo è passato da quella sera d' estate, dove riuscivamo a toccare il cielo con un dito! dove restavamo senza parole nel provare quelle forti emozioni... Ora c' è un' altro che mi sfiora come un tempo facevi tu. ora c' è un' altro a baciare le mie labbra ed io fingoè cerco di provare le stesse emozioni provate con te ma in fondo so che il tuo posto nel mio cuore non potrà mai essere occupato da nessun' altro. Hai lasciato un segno indelebile nella mia anima, tu sarai riuscito a dimenticarmi, io continuero apensarti è ad amarti

segnalata da ANGELICA lunedì 28 febbraio 2011

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Rimpianto

Lo sai cos'e' una donna che ha perduto il suo uomo? Lo sai cos'e'? E' come il sole che piu' luce ne' calore mai piu' dara'. Io voglio lui, soltanto lui; gli altri uomini non contano niente. Per questo amore ne ho fatti di pianti, per lui soltanto io morirei. E' come un foglio ingiallito, poche parole ed in fondo scritto "amore". Queste parole sono un ricordo, un triste ricordo di un amore passato. Mentre le leggo scende una lacrima, per ricordare un vecchio amore.

segnalata da loris venerdì 21 febbraio 2003


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