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391a posizione

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categoria: poesie

Dubita che le stelle sian fuoco,
Dubita che il sole si muova,
Dubita che la vita sia bugiarda,
Ma non dubitare mai che io amo.

Shakespeare

segnalata da bloom domenica 29 aprile 2007

392a posizione

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categoria: poesie

Un Equilibrista

Improvvisamente mi ritrovo a fare l'equilibrista.
Cammino sulla lama sottile e acuminata del destino.
Alla ricerca di un equilibrio oramai precario ed improbabile, sospesa tra la realtà e la fantasia.
Sotto il vuoto assoluto, niente rete, per salvare la mia pelle, è un salto nel buio, nell'incertezza...
Ogni giorno, passo dopo passo, con la paura di cadere, divido la mia vita di quà e di là.
Da una parte c'è la mia vita reale ma al tempo stesso "finta", dove gravita il mio quotidiano, persone che amo e quelle che non amo più.
Dall'altra tutti i miei Sogni, l'Amore che mi rende viva, quello che spero sarà il mio futuro felice.
Ma non posso, ora come ora, prendere il volo, e allora mi barcameno in questa esistenza, disperatamente, in cerca di quell'equilibrio.
Un equilibrista, metto in gioco la mia vita, ma Tu mi darai il coraggio necessario, la speranza e la certezza per potermi infine lanciare tra le tue braccia......

Valentina(io) - tratto da me stessa

segnalata da Valentina domenica 18 marzo 2007

393a posizione

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categoria: Poesie

perché

Perché?

Parlo sincero e ascolto ipocrisia
Sono limpido e incontro malignità
Vivo modestamente e mi si ostenta il superfluo
Non lecco ma inciampo nella saliva altrui
Non posso correre, ma devo sforzarmi di farlo, per resistere
Guardo con amore e raccolgo indifferenza
Penso agli altri, ma gli altri non pensano a nessuno, se non a loro stessi
Aborro l’apparire, ma la fa da padrone
Amo l’essere, ma è sempre meno importante
Credo nella saggezza, ma che è?
Capisco gli sfortunati, ma che ci stanno a fare?

Come una fronda in balia del vento
Così noi nel mondo
Un piccolo, insignificante, bruscolo nell’universo
Che ci sia o non ci sia
Può disturbare qualcuno, per qualche momento
Poi tutto passa
E ci dimentichiamo dei problemi altrui
Con la velocità della luce
Sono solo i nostri, di problemi, che veramente contano
Ma quanto siamo piccoli?
Come facciamo a non capire?
Quale ottusità attanaglia la nostra mente?

Ci chiedono aiuto, e latitiamo
Lo chiediamo, pretendendolo

Muore un uomo, ci rattristiamo per un attimo
Muore il nostro cane non troviamo pace

Gli altri sono malati, chissenefrega!
Conta solo la mia, di salute…

Tanti muoiono di fame, che fare?
Io ho il frigo che trabocca…

Ci sono tanti barboni, che mondo ingiusto!
Io prendo 1000 euro al mese, ne vorrei il doppio…

Perché un essere normale può pensare queste cose?
Perché quando sta bene lui va bene così.
Per il resto ci sono i giornali, e la politica, e la tv
Diamo la colpa a loro, che è facile

Ma la sera, prima di addormentarsi, proviamo a pensare, se ci riusciamo
Qualcosa non va?
Perché?

bigbruno - tratto da pensieri

segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005

394a posizione

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categoria: Poesie

nasseriya

Nasseriya

La vita.
L’esistenza.
La morte.
Che scorrere, mai certo, sconcerto, sempre.
Morire. Quando, perché.
Fai, costruisci, erigi, rompi, distruggi, per cosa.
Mai chiedere. Non chiedere. La risposta può far male, tanto.
Io, figlio, padre, povero, ricco, chi sono, cosa sono.
Come sto, quando vivo, per cosa vivo.
Credo, non credo, perché… faccio, obbedisco, sempre… o quasi.
Assorbo quello che posso, elargisco quanto posso. Normalmente.
Sensazioni belle, brutte, definite, indefinite.
Penso. Questo è il dramma. Non dovremmo, ma dobbiamo, per restare vivi.
Vivi, ma per cosa.
24 ore al giorno, ti chiedi, ti imponi, rifletti, obbedisci.
I tuoi superiori, nel piccolo e nel grande. I superiori.
Vai, fai, e… torna.
Ma se non torni… è uguale, certo.
La differenza è che sei un eroe, per tutti.
Quasi per tutti, forse per coloro che ti devono considerare tale, perché è comodo, per tamponare le parole di disprezzo, di costernazione, di debolezza, di umana considerazione.
Ma i tuoi, quelli che contano, per loro, semplicemente, non ci sei più. Forse anche un eroe, ma non ci sei più. Solamente… ti ricorderanno.
Meglio un figlio “normale” vivo che un “eroe” morto.
Della pecora forse non apprezzi nulla, ti limiti a vederla, nella sua semplicità, nella sua modestia, nella sua limitatezza.
Del leone lodi la criniera, la forza, la fierezza… che fu.
Per me padre, si, è vero.
Per me uomo, no.
Ho lottato, e lotto per vivere, ma per cosa.
Voi avete vissuto e lottato per noi, per loro, per tutti.
Avete dato un senso alla Vostra esistenza, breve, troppo breve, ma intensa, troppo intensa.
Potessi mi cambierei con uno di Voi, che certo avrebbe da dare in misura grande.
E invece io sono qui e Voi in una bara, magari bella, di noce, preziosa, ma distesi, senza un alito di vita. Morti. Senza appello.
Meglio soli, in un viale coperto di foglie fradice, e col vento che ti sferza il viso, ma vivi, che esanimi, accompagnati nel fatidico viaggio da migliaia di persone, magari con un bel sole…
Non lo so. L’incertezza mi pervade. Però a me il vento e il freddo piacciono… e poi, non sono un eroe, non lo ero, e non lo sarò mai.
E le lacrime rubano spazio al raziocinio, fino ad esaurirsi, fino allo sfinimento, fino al dolore, che ti avvinghia il cervello, e ti fa capire tante cose che prima non prendevi neppure in considerazione.
Siete morti per un’azione selvaggia e sconsiderata, consapevoli del rischio, e forti nel viverlo.
Ora i forti devono essere quelli che restano. Non è facile, ma è più facile.
Per qualche giorno resterete eroi, poi forse neanche storia. Per quella ci vogliono i grandi numeri.
Nel cuore degli umili forse un po’ di più. Per adesso le lacrime, anche le mie.
Se è vero che esiste un altro mondo, etereo, costruito apposta per le disgrazie, allora Vi auguro di passare l’eternità con quella serenità che di sicuro non avete avuto finora.

Bruno

bigbruno - tratto da pensieri

segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005

395a posizione

stelline voti: 12; popolarità: 0; 1 commenti

categoria: Poesie

Una notte come questa

Oggi è iniziato il freddo.
Non volevo ammetterlo
neanche con me stesso:
la gente s'è incappottata...

Altro che maniche di camicia
d'appena tre giorni prima!
Un freddo intenso, capace
d'evocare l'aria dei morti...

ma sì, quel vento glaciale,
che a Napoli, a dire il vero,
non s'era avvertito manco
durante il 2 novembre...

con tanto sole che pareva
fosse giorno di primavera...
Ora, stò gelo, fora l'anima
come 1 coltellone da cucina.

Anke le mie paure rifanno
capolino, insieme al freddo.
Ma ci metto uno stop, sennò
sai che sfracello... lasciarsi

trascinare dai pensieri cupi.
Nò, gliel'ho già detto
all'uomo nero d'andar via
con tutte le sue angosce...

Perché adesso parlo io
e voglio inventarmi la vita
diversa ogni giorno
che passa e più bella,

anche se ci faccio a botte
con lui di tanto in tanto ...
Quel diavolo ingannatore,
stesse attento anche lui

alla pretesa di vincere
sulla nostre debolezze,
privandoci della speranza
in un destino migliore...

Infatti se l'è data a gambe,
il vigliaccone! Aveva scordato
che lo Spirito Consolatore,
superato il primo panico

ci dà la forza di reagire,
così da fargli lo sgambetto
proprio quando lui vorrebbe
già proclamarsi vincitore.

Ma ora sono tranquillo,
benché persista il freddo...
Dopo una cenetta con due
boccaletti di vin sincero,

cosa ci vieta di godere
della dolcezza ritrovata,
e di brindare alla vita,
alla faccia del freddo,

degli smorti colori,
degli spenti sapori
e di tutti i dolori...?
Viva la gioia di vivere

conquistata ogni volta!
Non arrendetevi mai
& brindate con me...
felicissima notte

dal vs. fe;*)fè

FernyMax - tratto da pensierini notturni al freddo & al gelo

segnalata da FernyMax domenica 20 novembre 2005

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