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categoria: Poesie

Nel grazioso tempo onde natura


Nel grazioso tempo onde natura
Fa più lucente la stella d'amore,
Quando la terra copre di verdura,
E li arboscelli adorna di bel fiore,
Giovani e dame ed ogni creatura
Fanno allegrezza con zoioso core;
Ma poi che 'l verno viene e il tempo passa,
Fugge il diletto e quel piacer si lassa.
Cosi nel tempo che virtù fioria
Ne li antiqui segnori e cavallieri,
Con noi stava allegrezza e cortesia,
E poi fuggirno per strani sentieri,
Si che un gran tempo smarirno la via,
Ne' del più ritornar ferno pensieri;
Ora è il mal vento e quel verno compito,
E torna il mondo di virtù fiorito.
Ed io cantando torno alla memoria
Delle prodezze de' tempi passati,
E contarovi la più bella istoria
(Se con quiete attenti me ascoltati)
Che fusse mai nel mondo, e di più gloria,
Dove odireti e degni atti e pregiati
De' cavallier antiqui, e le contese
Che fece Orlando alor che amore il prese.

Matteo Maria Boiardo - tratto da Canto Primo

stelline voti: 36; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Pensieri di Deola


Deola passa il mattino seduta al caffè
e nessuno la guarda. A quest'ora in città corron tutti
sotto il sole ancor fresco dell'alba. Non cerca nessuno
neanche Deola, ma fuma pacata e respira il mattino.
Fin che è stata in pensione, ha dovuto dormire a quest'ora
per rifarsi le forze: la stuoia sul letto
la sporcavano con le scarpacce soldati e operai,
i clienti che fiaccan la schiena. Ma, sole, è diverso:
si può fare un lavoro più fine, con poca fatica.
Il signore di ieri, svegliandola presto,
l'ha baciata e condotta (mi fermerei, cara,
a Torino con te, se potessi) con sè alla stazione
a augurargli huon viaggio.

E' intontita ma fresca stavolta,
e le piace esser libera, Deola, e bere il suo latte
e mangiare brioches. Stamattina è una mezza signora
e, se guarda i passanti, fa solo per non annoiarsi.
A quesr'ora in pensione si dorme e c'è puzzo di chiuso
- la padrona va a spasso - è da stupide stare lì dentro.
Per girare la sera i locali, ci vuole presenza
e in pensione, a trent'anni, quel po' che ne resta, si è perso.

Deola siede mostrando il profilo a uno specchio
e si guarda nel fresco del vetro. Un po' pallida in faccia:
non è il fumo che stagni. Corruga le ciglia.
Ci vorrebbe la voglia che aveva Marì, per durare
in pensione (perché, cara donna, gli uomini
vengon qui per cavarsi capricci che non glieli toglie
nè la moglie nè l'innamorata) e Marì lavorava
instancabile, piena di brio e godeva salute.
I passanti davanti al caffè non distraggono Deola
che lavora soltanto la sera, con lente conquiste
nella musica del suo locale. Gettando le occhiate
a un cliente o cercandogli il piede, le piaccion le orchestre
che la fanno parere un'attrice alla scena d'amore
con un giovane ricco. Le basta un cliente
ogni sera e ha da vivere. (Forse il signore di ieri
mi portava davvero con sè). Stare sola, se vuole,
al mattino, e sedere al caffè. Non cercare nessuno.

Cesare Pavese

stelline voti: 23; popolarità: 5; 0 commenti

categoria: Poesie

Io ardo" dissi e la risposta invano


"Io ardo" dissi, e la risposta invano,
come 'l gioco chiedea, lasso, cercai;
onde tutto quel giorno e l'altro andai
qual uom, ch'e' fatto per gran doglia insano.

Poi che s'avide, ch'io potea lontano
esser da quel penser, più pia che mai
ver me volgendo de' begli occhi i rai,
mi porse ignuda la sua bella mano.

Fredda era più che neve; ne' 'n quel punto
scorsi il mio mal , tal di dolcezza velo
m'avea dinanzi ordito il mio desire.

Or ben mi trovo a duro passo giunto,
che', s'i' non erro, in quella guisa dire
volle Madonna a me, com'era un gelo.

Pietro Bembo

stelline voti: 34; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Mare

M'affaccio alla finestra, e vedo il mare;
vanno le stelle, trèmolano l'onde.

Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l'acqua, àlita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

Giovanni Pascoli

stelline voti: 13; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

In superbia il valor, la santitate


In superbia il valor, la santitate
passo' in ipocrisia, le gentilezze
in cerimonie, e 'l senno in sottigliezze,
l'amor in zelo, e 'n liscio la beltate,

merce' vostra, poeti, che cantate
finti eroi, infami ardor, bugie e sciocchezze,
non le virtu', gli arcani e le grandezze
di Dio, come facea la prisca etate.

Son più stupende di Natura l'opre
che 'l finger vostro, e più dolci a cantarsi,
onde ogni inganno e verità si scuopre.

Quella favola sol de'e approvarsi
che di menzogne l'istoria non cuopre,
e fa le genti contra i vizi armarsi.

Tommaso Campanella

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categoria: Poesie

Era de maggio

Era de maggio e te cadeano ‘nzino
a schiocche a schiocche li ccerase rosse...
Fresca era ll’aria e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciente passe.

Era de maggio — io, no, nun me scordo —
na canzona cantàvamo a ddoje voce:
cchiù tiempo passa e cchiù me n’allicordo,
fresca era ll’aria e la canzona doce.

E diceva. «Core, core!
core mio, luntano vaje;
tu me lasse e io conto ll’ore,
chi sa quanno turnarraje!»

Rispunnev’io: «Turnarraggio
quanno tornano li rrose,
si stu sciore torna a maggio
pure a maggio io stonco cca».

E so’ turnato, e mo, comm’a na vota,
cantammo nzieme lu mutivo antico;
passa lu tiempo e lu munno s’avota,
ma ammore vero, no, nun vota vico.

De te, bellezza mia, m’annamuraje,
si t’allicuorde, nnanze a la funtana:
l’acqua Ilà dinto nun se secca maje.
e ferita d’ammore nun se sana.

Nun se sana; ca sanata
si se fosse, gioia mia,
mmiezo a st’aria mbarzamata
a guardare io nun starria!

E te dico — Core, core!
core mio, turnato io so’:
torna maggio e torna ammore,
fa de me chello che buo’!

Salvatore Di Giacomo

stelline voti: 24; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Arsenio

I turbini sollevano la polvere
sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi
deserti, ove i cavalli incappucciati
annusano la terra, fermi innanzi
ai vetri luccicanti degli alberghi.
Sul corso, in faccia al mare, tu discendi
in questo giorno
or piovorno ora acceso, in cui par scatti
a sconvolgerne l'ore
uguali, strette in trama, un ritornello
di castagnette.
E' il segno d'un'altra orbita: tu seguilo.
Discendi all'orizzonte che sovrasta
una tromba di piombo, alta sui gorghi,
più d'essi vagabonda: salso nembo
vorticante, soffiato dal ribelle
elemento alle nubi; fa che il passo
su la ghiaia ti scricchioli e t'inciampi
il viluppo dell'alghe: quell'istante
è forse, molto atteso, che ti scampi
dal finire il tuo viaggio, anello d'una
catena, immoto andare, oh troppo noto
delirio, Arsenio, d'immobilità...
Ascolta tra i palmizi il getto tremulo
dei violini, spento quando rotola
il tuono con un fremer di lamiera
percossa; la tempesta è dolce quando
sgorga bianca la stella di Canicola
nel cielo azzurro e lunge par la sera
ch'è prossima: se il fulmine la incide
dirama come un albero prezioso
entro la luce che s'arrosa: e il timpano
degli tzigani è il rombo silenzioso
Discendi in mezzo al buio che precipita
e muta il mezzogiorno in una notte
di globi accesi, dondolanti a riva, -
e fuori, dove un'ombra sola tiene
mare e cielo, dai gozzi sparsi palpita
l'acetilene -
finché goccia trepido
il cielo, fuma il suolo che t'abbevera,
tutto d'accanto ti sciaborda, sbattono
le tende molli, un fruscio immenso rade
la terra, giù s'afflosciano stridendo
le lanterne di carta sulle strade.
Così sperso tra i vimini e le stuoie
grondanti, giunco tu che le radici
con sé trascina, viscide, non mai
svelte, tremi di vita e ti protendi
a un vuoto risonante di lamenti
soffocati, la tesa ti ringhiotte
dell'onda antica che ti volge; e ancora
tutto che ti riprende, strada portico
mura specchi ti figge in una sola
ghiacciata moltitudine di morti,
e se un gesto ti sfiora, una parola
ti cade accanto, quello è forse, Arsenio,
nell'ora che si scioglie, il cenno d'una
vita strozzata per te sorta, e il vento
la porta con la cenere degli astri.

Eugenio Montale

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or dà trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.

Giacomo Leopardi

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categoria: Poesie

Due sigarette


Ogni notte è la liberazione. Si guarda i riflessi
dell'asfalto sui corsi che si aprono lucidi al vento.
Ogni rado passante ha una faccia e una storia.
Ma a quest'ora non c'è più stanchezza: i lampioni a migliaia
sono tutti per chi si sofferma a sfregare un cerino.

La fiammella si spegne sul volto alla donna
che mi ha chiesto un cerino. Si spegne nel vento
e la donna delusa ne chiede un secondo
che si spegne: la donna ora ride sommessa.
Qui possiamo parlare a voce alta e gridare,
che nessuno ci sente. Leviamo gli sguardi
alle tante finestre - occhi spenti che dormono -
e attendiamo. La donna si stringe le spalle
e si lagna che ha perso la sciarpa a colori
che la notte faceva da stufa. Ma basta appoggiarci
contro l'angolo e il vento non è più che un soffio.
Sull'asfalto consunto c'è già un mozzicone.
Questa sciarpa veniva da Rio, ma dice la donna
che è contenta d'averla perduta, perché mi ha incontrato.
Se la sciarpa veniva da Rio, è passata di notte
sull'oceano inondato di luce dal gran transatlantico.
Certo, notti di vento. E' il regalo di un suo marinaio.
Non c'è più il marinaio. La donna bisbiglia
che, se salgo con lei, me ne mostra il ritratto
ricciolino e abbronzato. Viaggiava su sporchi vapori
e puliva le macchine: io sono più bello.

Sull'asfalto c'è due mozziconi. Guardiamo nel cielo:
la finestra là in alto - mi addita la donna - la nostra.
Ma lassù non c'è stufa. La notte, i vapori sperduti
hanno pochi fanali o soltanto le stelle.
Traversiamo l'asfalto a braccetto, giocando a scaldarci.

Cesare Pavese

stelline voti: 49; popolarità: 12; 0 commenti

categoria: Poesie

Chiare fresche e dolci acque

Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Dà be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ho pace.

>

Francesco Petrarca

stelline voti: 3; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Per te ...

Tutto quello che posso fare è scriverti qualcosa che non leggerai mai, per ricordarti i momenti passati insieme. Tutto quello che posso dirti è che TI AMO più di ogni altra cosa al mondo.Tutto quello che posso sperare è che ti accorga di me al più presto perchè quando ti guarderai indietro forse io non ci sarò più.Tutto quello che vorrei è starti vicino,essere felice e guardarti come nessun'altra saprà mai fare...

io

segnalata da totta lunedì 6 dicembre 2004

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Maledetta notte

Sia maledetta questa notte, sia maledetto io stanotte,
con il cuore ormai perdente, io ti perdo tra le stelle,
mi sento svenire, vorrei sparire o forse morire.
Io parlo a te rispondi Dio, in questa vita cosa ho fatto io,
per meritare tutto questo, dimmi cosa avrò mai fatto,
lo sai più passa il tempo e più ti odio,
ti prego mio Dio, vai via, ti prego vai via.

Vorrei restare solo a questo mondo,
per capire meglio dal mio cuore cosa voglio,
se non ci fossi tu, il mio cuore non sarebbe fragile così,
se non ci fossi tu, io saprei che cosa fare adesso sai.

Mai, non mi sono ritrovato io,
in una situazione così assurda amore mio,
Ti giuro non andrò mai via da te,
o forse sto dicendo ancora una bugia.

Sia maledetta questa notte, sia maledetto io stanotte,
con il cuore ormai perdente, io ti perdo tra le stelle,
mi sento svenire, vorrei sparire o forse morire.
Io parlo a te rispondi Dio, in questa vita cosa ho fatto io,
per meritare tutto questo, dimmi cosa avrò mai fatto,
lo sai più passa il tempo e più ti odio,
ti prego mio Dio, vai via, ti prego vai via.

Paura, rabbia, solitudine, malinconia vedo in me,
ma tu, tu non ci sei più,
tutto questo perchè, lo hai voluto tu,
ed io per questo, non ti amo più.

Vivere senza te, mi sembra una pazzia,
ma è inutile, perchè non sei più mia,
tutto questo perchè, lo hai voluto tu,
ed io per questo, non ti amo più.

Sia maledetta questa notte, sia maledetto io stanotte,
con il cuore ormai perdente, io ti perdo tra le stelle,
mi sento svenire, vorrei sparire o forse morire.
Io parlo a te rispondi Dio, in questa vita cosa ho fatto io,
per meritare tutto questo, dimmi cosa avrò mai fatto,
lo sai più passa il tempo e più ti odio,
ti prego mio Dio, vai via, ti prego vai via.

segnalata da Gianfranco mercoledì 26 maggio 2004

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categoria: Poesie

Il tempo passa e giorno dopo giorno tu sfiori i miei pensieri, così dolcemente che sul mio triste viso scappa un sorriso, ma dentro, dove ancora ho quel pizzico di ragione, piango, perché so che non posso averti, ne ora ne mai, e questa idea mi sta corrodendo e non so quanto ancora potrò resistere, se riuscirò ancora a sorridere per nascondere il mio immenso dolore. E intanto penso ai tuoi occhi, blu, che ogni volta mi fanno pensare all’immenso oceano, con il sole che aspettando di sorgere dona all’acqua limpida sfumature di infiniti colori che l’uomo non ha ancora nominato perché non esisterebbero abbastanza parole. E anche se sembra impossibile, so che ti dimenticherò, perché niente è eterno; tutto, anche i sentimenti più forti sono destinati a svanire, lentamente, magari non te ne accorgi neanche, ma i ricordi iniziano a sbiadire, fino al giorno in cui si dissolvono definitivamente. La mia paura più grande però, è che il giorno in cui tu sarai uscito dalla mia vita, all’improvviso riapparirai, perché non ti basta la sofferenza che mi hai fatto provare strappandomi così il cuore dal petto, no, perché sei troppo egoista, e quel piccolo, fragile organo che tieni tra le mani, vorrai distruggerlo, schiacciarlo e ridurlo in mille pezzi.

segnalata da Chiara domenica 15 maggio 2011

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categoria: poesie

perchè senza te

Filippo,amore mio, ci conosciamo fin da bambini... il destino ha voluto farci rincontrare in un'altra città, ha voluto farci innamorare... e adesso io sono qui a soffrire per te... ti prego amore mio, torniamo insieme, viviamo la nostra storia senza nessuna paura...viviamocela è basta... Non ce la faccio a stare senza di te...Siamo stati 6 mesi lasciati ma il mio cuore non ha mai smesso di pensarti, tu sei stato sempre al centro dei miei pensieri, al centro del mio cuore e forse non ho mai smesso di amarti e proprio questo è quello che adesso io non riesco a dirti visto ke ci siamo risentiti dopo 6 mesi... Forse TI AMO ancora e non ho mai smesso di farlo... Tu, piccolo mio, sei stato l'unico ragazzo che io ho amato veramente e l'unico che io non ho mai smesso di portare dentro di me... ti voglio bene, mi sono innamorata che ci posso fare...non è possibile ke la nostra "storia" la dobbiamo vivere per metà.... Sapevo che cercandoti avrei sofferto, ma l'amore è anche rischiare ed io ho rischiato con te e adesso sto soffrendo di nuovo... Non leggerai mai ciò che c'è scritto qui, ma spero con il cuore che un angelo, il mio angelo se esiste, venga da te e ti faccia rendere conto di tutto quello che io sto passando e che ti faccia ragionare perchè io voglio stare tutta la vita con te amore mio.... Tu sei la mia vita, tu sei ciò che mi ha reso felice in questi ultimi giorni ma allo stesso tempo sei ciò che mi sta facendo soffrire... Ma io TI AMO lo stesso, non ho mai smesso di amarti... Se tutto dovrebbe andare male, un giorno forse, ti renderai conto che tu eri tutto per me.... E ricorda,amore mio, che tu resterai per sempre la persona che io ho amato di più,e nel cammino della mia vita ti porterò sempre nel mio cuore e nel mio passato vissuto stupendamente con te.... A presto amore mio.... TI AMO, e forse più della mia vita....

damy - tratto da damy

segnalata da damiana venerdì 3 aprile 2009

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categoria: Poesie

nasce imperia

"un racconto:"nasceva ad porto maurizio... crescette col tempo la leggenda che era un re.... un fantasma.... beveva le sue birre a the dreamers la foce....poi volava in via cascione come un lampo.. e salutava ogni persona... era veloce sai.... e spesso lo trovavi al prino.... dal tapas... a ascoltare il reagge... un giorno si innamoro di ineja... e decise... con un tocco di follia.... di unirle.... .. il gesto fu suggelllato con un matrimonio... tra una donna luisa... di via s.giovanni... e marco.... di via cascione.... c'era tanta gente.... così nacque una nuova città imperia " passarono gli anni e nasceva una città .... che chiamata imperia ... accolse tutti ... tutti dai bianchi ai neri.... marco di s.giovanni adotto un figlio di colore..... assieme ad luisa lo fecero crescere.. assieme.... fecero di tutto. per creare.. l'armonia nella città essi... dovete sapere... che colui che sposo luisa e marco... disse a loro.... " trattate imperia come un fiore... " in quel inverno nascette imperia.... e la bambina di colore divento la prima sindachessa della città" ?

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categoria: Poesie

So che corro molti rischi a pensare che la vita sia una montagna da scalare tutta:salire,salire senza guardare mai giù;potrei fare un passo falso e ritrovarmi di sotto..
Ho fatto molti passi falsi in questi anni,nonostante tutto,non so come mi sono ritrovata sempre più in alto...
Se il cielo e il mare riescono a toccarsi anche solo con un trucco inventato dai nostri occhi..allora non esisitono confini...

dania

segnalata da Dania mercoledì 20 agosto 2003

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categoria: Poesie

X Teresa Sorrentino

Lei è come un fiore di primavera che è sempre più bello ogni giorno che passa.Ma se non lo cogli in fretta il fiore appassirà.Io la amo troppo e per paura di farla male non le dirò nulla.Ma così facendo lei appassirà ancora di più e si perderà nel suo sole di primavera ormai passato e nella sua bellezza ormai consumata dal gelo dell'inverno.Io cercherò di sciogliere quella neve che ghiaccia il suo cuore.Sarò un pò come il suo sole passato,che aspetta la primavera per vederla da lontano nel suo campo di fiori,solo lei così bella,per amarla sempre di più.

Fabio

segnalata da Fabio domenica 21 marzo 2004

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categoria: Poesie

Una candela si consuma,ed un uomo non crede al presente.Cosa significhera'per lui la fiamma?Forse un passato mai esistito ma molto amaro o forse una interpretazione fatta male.Lui pensa ma non sa che la candela sta per spegnersi e lui non vedra'mai piu' la fiamma.

fanny

segnalata da fanny mercoledì 9 marzo 2005

stelline voti: 3; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: poesie

Sognare

Ogni giorno sognamo che il nostro futuro sarà diverso, che prenderemo strade diverse, che raggiungeremo i nostri obiettivi, che ci realizzeremo. Ma dopo ci accorgiamo che stiamo solo sognando e che non sempre il futuro ci riserva scelte migliori di quelle prese in passato. Allora ci ritroviamo a sentirci irrealizzati e ancora più tristi. Però bisogna capire che sognare fa bene, che aiuta la'nimo e il cuore, che ci aiuta a superare quegli ostacoli che ogni giorno ci si presentano davanti e ci spingono a dire che da domani non sogneremo più...

Bloom

segnalata da Bloom sabato 21 aprile 2007

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

ed è stato dal tuo errore che ho imparato a accettare la vita così come viene, a trovare in ogni cosa brutta una cosa bella, ho capito che nella vita devi sempre andare avanti facendo tesoro di ciò che hai passato, ho capito anche che per vincere devi perdere e che per crescere devi soffrire. E con tutto quello che faccio dalla vita non mi aspetto altro che la felicità!

sweetpower

segnalata da sweetpower sabato 3 maggio 2008


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